◆I leader arabi riuniti il 4 marzo al Cairo, in Egitto, hanno approvato un progetto per la Striscia di Gaza alternativo a quello proposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che prevede il trasferimento forzato della popolazione del territorio. Secondo una bozza esaminata da diverse agenzie di stampa internazionali, il piano elaborato dall’Egitto si estende su cinque anni per un costo di 53 miliardi di dollari. Il summit si svolge mentre l’accordo di tregua tra Israele e Hamas, entrato in vigore il 19 gennaio, è in stallo, scrive The New Arab. La prima fase dell’accordo è scaduta il 1 marzo, ma per passare alla seconda fase, che dovrebbe portare a un cessate il fuoco permanente, Israele esige una “smilitarizzazione totale” della Striscia di Gaza, con lo scioglimento di Hamas e la liberazione di tutti gli ostaggi sequestrati durante gli attacchi del 7 ottobre 2023. Hamas ha rifiutato queste condizioni. Il 2 marzo Israele ha bloccato l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia, per fare pressioni su Hamas e costringerlo ad accettare una proposta statunitense che prevede una proroga della prima fase della tregua durante il Ramadan e la Pasqua ebraica, cioè fino al 19 aprile. Hamas ha accusato Israele di non rispettare i patti e vari paesi arabi, tra cui Qatar, Egitto e Arabia Saudita, hanno definito il blocco degli aiuti “una flagrante violazione dell’accordo di tregua”, accusando Israele di “usare la fame come arma di guerra”. ◆Il 3 marzo un uomo è stato ucciso e quattro persone sono state ferite in un attacco compiuto con un coltello ad Haifa, nel nord d’Israele. L’attentatore, che secondo la polizia è un cittadino israeliano proveniente da una vicina città drusa, è stato ucciso. Il giorno dopo l’esercito israeliano ha detto di aver ucciso tre palestinesi dopo aver esteso la sua offensiva ad altre zone della città di Jenin, in Cisgiordania, sotto attacco da un mese e mezzo.

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Questo articolo è uscito sul numero 1604 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati