Ha solo dieci anni, così giovane che molte persone sono rimaste sconvolte quando hanno letto la notizia. Altre si sono rifiutate di crederci. Il dramma della bambina dell’Ohio rimasta incinta dopo essere stata stuprata e costretta a spostarsi in un altro stato per abortire ha dato vita all’ennesimo scontro politico vergognoso, e ha evidenziato due aspetti inquietanti: in primo luogo, il fatto che queste gravidanze sono meno rare di quanto si pensi; in secondo luogo, che migliaia di bambine e ragazze saranno colpite dai divieti all’aborto imposti in molte zone degli Stati Uniti.

Dopo che alla fine di giugno la corte suprema ha cancellato le tutele federali per le interruzioni di gravidanza, circa dieci stati hanno approvato divieti che non prevedono eccezioni nemmeno per lo stupro e l’incesto, aggravando la situazione delle ragazze adolescenti, la categoria che prima doveva affrontare le restrizioni più severe. Anche negli stati in cui esistono eccezioni per stupro e incesto, i requisiti per poter abortire – tra cui la denuncia alla polizia e il consenso dei genitori – possono rivelarsi proibitivi per le bambine e le adolescenti. “La vicenda dell’Ohio non è un’eccezione”, spiega Katie McHugh, ginecologa dell’Indiana che siede nel consiglio d’amministrazione dello Physicians for reproductive health, un gruppo che difende il diritto all’aborto.

Negli ultimi decenni le gravidanze tra le ragazze statunitensi che hanno meno di quindici anni sono diminuite grazie al maggiore accesso ai metodi contraccettivi e al calo dell’attività sessuale tra gli adolescenti. Tuttavia, migliaia di bambine e ragazze rimangono incinte ogni anno. Secondo l’istituto Guttmacher, un’organizzazione che difende i diritti riproduttivi, nel 2017 ci sono state 4.460 gravidanze tra le statunitensi con meno di quindici anni, di cui circa il 44 per cento si è concluso con un aborto. Nel 2020 in Ohio le interruzioni di gravidanza tra le ragazze di quella fascia d’età sono state 52. È difficile dire con precisione quante di queste gravidanze siano il risultato di incesto o violenza sessuale. In quella fascia le bambine sono generalmente al di sotto dell’età per il consenso, anche se i rapporti sessuali tra due adolescenti di età simile non sono sempre considerati un crimine. Alcuni stati permettono ai bambini perfino di sposarsi con il permesso dei genitori. In Ohio i rapporti sessuali con una persona che ha meno di tredici anni rientrano nella categoria dei crimini più gravi. Oggi l’aborto è vietato in tutto lo stato dopo circa sei settimane di gravidanza, senza eccezioni per i casi di stupro e incesto.

Adolescenti determinate

L’età della bambina stuprata in Ohio ha contribuito ad alimentare i dubbi sulla sua storia, riportata per la prima volta dall’Indianapolis Star. I sostenitori del diritto all’aborto e il presidente Joe Biden hanno affermato che la vicenda era una conseguenza della sentenza della corte suprema. I conservatori sono arrivati a mettere in dubbio l’esistenza della bambina. In un primo momento il procuratore generale dell’Ohio ha detto di non avere prove di quel crimine. I dubbi sono spariti quando un uomo di 27 anni è stato formalmente accusato di aver stuprato la bambina ed è venuto fuori il documento con cui Caitlin Bernard, ostetrica dell’Indiana, avvertiva le autorità statali di aver effettuato l’interruzione di gravidanza. Bernard ha scritto su Twitter: “Ho il cuore spezzato per tutte le vittime di abusi e violenza sessuale. Sono profondamente rattristata perché il nostro paese non protegge queste persone quando ne hanno più bisogno”.

Secondo Lauren Ralph, epidemiologa dell’università della California a San Francisco, le adolescenti che cercano di abortire tendono a essere determinate nella loro scelta, ma si trovano davanti una serie di ostacoli, dalla mancanza di trasporti alle leggi che prevedono il consenso dei genitori, in vigore nella maggior parte degli stati. Le minori che vogliono evitare d’informare i genitori – nel caso di un incesto o in cui un genitore potrebbe costringere la figlia a portare avanti la gravidanza – in molti casi devono rivolgersi alla polizia o a un giudice. Secondo gli esperti, si tratta di barriere spesso insormontabili, soprattutto per persone senza assistenza legale e per le ragazze che hanno subìto violenze e abusi dai familiari.

Oggi per alcune statunitensi la clinica che pratica l’aborto più vicina è a 650 chilometri di distanza, quindi i nuovi divieti introdotti a livello statale penalizzeranno gravemente le adolescenti.

Paura d’intervenire

Bernard, l’ostetrica che ha fatto abortire la bambina dell’Ohio, ha detto di aver aiutato altre vittime di stupro molto giovani in passato. Il governo dell’Indiana, dove attualmente l’aborto è consentito fino alla ventiduesima settimana di gestazione, presto potrebbe introdurre una nuova legge molto restrittiva. In Oklahoma le norme in vigore vietano il ricorso all’aborto in quasi tutti i casi, prevedendo eccezioni per lo stupro e l’incesto solo se i crimini sono stati denunciati alle forze dell’ordine.

Wendi Stearman, parlamentare repubblicana che ha scritto la legge dell’Okla­homa, ha commentato la vicenda della bambina dell’Ohio dicendo: “Quello che è successo è orribile, ma togliere la vita a un altro bambino è ancora più orribile”.

Kristina Tocce, direttrice di Planned parenthood of the Rocky Mountains, un’organizzazione che fornisce servizi alle donne, comprese le interruzioni di gravidanza, racconta che di recente ha aiutato ad abortire una ragazzina di undici anni arrivata con i genitori in Colorado dal Texas. Anche se la bambina ha abortito prima della sentenza della corte suprema, è stata comunque costretta a farlo fuori dal Texas, perché il governo di quello stato aveva trovato una scappatoia legale per vietare l’aborto dopo sei settimane di gestazione, senza eccezioni in caso di stupro o incesto.

Tocce prevede che nei prossimi mesi aumenterà il numero di pazienti di altri stati che arriveranno in Colorado, dove l’aborto resta legale senza nessun limite rispetto al periodo di gestazione. Secondo lei, anche negli stati che consentono l’aborto in caso di stupro o incesto il peso di dover dimostrare che la paziente ha diritto all’esenzione può intimidire gli operatori sanitari, che rischiano un processo penale. “Sulla carta le eccezioni ci sono, ma non significano niente quando tutte le persone coinvolte hanno troppa paura d’intervenire”. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1470 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati