I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana la freelance norvegese Eva-Kristin Urestad Pedersen.

È un saggio, ma si legge come un romanzo. Sembra che parli di cose accadute diversi decenni fa, invece tratta eventi recentissimi. Questo tipo di racconti di spionaggio internazionale, di segreti industriali e militari venduti da una superpotenza a un’altra, spesso è collegato ad altri paesi. Qui invece siamo in un bar di Trastevere, a Roma. Sembra una finzione, ma è tutto vero. Se dovessi riassumere La stagione delle spie del giornalista Antonio Talia partirei proprio da questi argomenti. Non basta dire che è interessante, perché non capita spesso di leggere un libro così attuale, così rilevante. Prima di scrivere questa recensione, ho letto sul Financial Times un articolo che parla dello stesso argomento. In questo periodo sto lavorando ad almeno due articoli che hanno a che vedere con la realtà descritta da Talia. Quando sentiamo parlare di disinformazione e notizie false tutto riporta a questa realtà, che, di conseguenza, riguarda tutti noi, la nostra società, le nostre vite, il nostro futuro. Lo spionaggio non è un fenomeno limitato alla memoria collettiva romanzata della guerra fredda, fa parte dell’oggi, è presente ogni giorno, in vari posti. Anche in un bar di Trastevere. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1555 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati