I l giorno dopo la chiusura delle urne per le elezioni legislative, l’opposizione russa ha chiesto ai suoi sostenitori di scendere in piazza per protestare contro i brogli. La sera del 19 settembre i primi risultati in arrivo dall’estremo oriente del paese e dalla Siberia suggerivano che il partito al governo, Russia unita, avrebbe perso consensi, in una tornata elettorale segnata dalle tensioni causate dall’aumento della povertà.

Ma quando è cominciato il conteggio dei voti online a Mosca, il vantaggio accumulato dai candidati consigliati dal blogger e oppositore Aleksej Navalnyj in base al meccanismo del cosiddetto voto intelligente (per cui gli elettori erano incoraggiati a votare per chi, nei singoli collegi uninominali, aveva più probabilità di sconfiggere il candidato di Russia unita) è evaporato rapidamente. E il pomeriggio del 20 settembre i candidati sostenuti dal Cremlino sono stati dichiarati vincitori in tutti i quindici collegi uninominali della capitale, dando al governo una maggioranza di due terzi alla duma, la camera bassa del parlamento russo.

Il Cremlino ha definito il voto “libero ed equo”, ma la rabbia dell’opposizione è esplosa subito. “Mi rifiuto di riconoscere la legittimità di questa duma”, ha twittato Evgenij Rojzman, ex sindaco di Ekaterinburg e figura di spicco dell’opposi­zione.

Anche il Partito comunista (Kprf) ha visto svanire il vantaggio di alcuni suoi candidati a causa dei voti online e a quel punto ha rifiutato di riconoscere la validità del nuovo sistema di voto. Valerij Raškin, segretario della sezione moscovita del partito, sconfitto nel suo seggio elettorale a causa del voto elettronico, ha subito convocato una manifestazione di protesta per la sera del 20 settembre.

“Questi risultati sono inaccettabili”, ci ha detto Michail Lobanov del Kprf, sconfitto dal presentatore tv Evgenij Popov, di Russia unita, in una circoscrizione moscovita dove l’opposizione era molto forte. “Ecco perché chiedo a tutti i candidati che hanno perso a causa del voto online di riunirsi per discutere sul da farsi”.

Per tutta risposta l’ufficio del sindaco di Mosca ha subito vietato le manifestazioni, perché violerebbero le misure contro il covid-19. Tuttavia la sera del 20 settembre alcune centinaia di persone si sono riunite in piazza Puškin per denunciare i brogli.

La popolarità di Russia unita – che ha vinto a mani basse tutte le elezioni a cui ha partecipato – è in calo da anni. Di recente una pasticciata riforma pensionistica e il generale declino del tenore di vita dei russi hanno fatto scivolare il partito nei sondaggi sotto il 30 per cento. Prima del voto gli alleati di Navalnyj, che è in carcere da febbraio, speravano che la strategia del voto intelligente potesse spostare gli equilibri. Ma a conti fatti l’unico cambiamento è stato l’ingresso in parlamento di Novye ljudi (Persone nuove), un partito nato da poco, vagamente liberale e riformista ma sostenitore del presidente Vladimir Putin.

Da sapere
La nuova duma

◆ Le elezioni per la duma, la camera bassa del parlamento russo, si sono svolte tra il 17 e il 19 settembre 2021. I russi hanno votato anche per il rinnovo delle assemblee legislative di 39 regioni federali e per l’elezione di nove governatori regionali. A Mosca e in sei regioni (a Sebastopoli, in Crimea, e negli oblast di Kursk, Murmansk, Nižnij Novgorod, Rostov e Jaroslavl) gli elettori hanno potuto esprimere la loro preferenza anche attraverso il voto elettronico. I 450 seggi della duma sono assegnati per metà attraverso liste di partito nazionali e per metà in collegi uninominali a turno unico. L’affluenza è stata del 51,7 per cento, quasi quattro punti in più rispetto al 2016. Tass


Lontano dalla capitale

Prima del voto, insomma, la situazione era poco chiara e molto sembrava dipendere dal controverso sistema di voto elettronico, attivo solo a Mosca e in poche altre regioni. Alla fine Russia unita ha perso terreno in diverse aree tradizionalmente filogovernative della Siberia e dell’estremo oriente, ma ha conquistato l’intera posta a Mosca, dove di solito otteneva risultati mediocri.

In campagna elettorale le autorità avevano promosso il voto online, caldamente appoggiato anche da Aleksej Venediktov, l’influente direttore della radio indipendente Echo Moskvy. In particolare, i dipendenti del settore pubblico, tradizionale serbatoio di voti per Putin, sono stati incoraggiati, e talvolta costretti, a registrarsi per il voto elettronico. L’opposizione aveva invece messo in guardia i suoi sostenitori, spiegando che la nuova modalità elettorale avrebbe potuto essere usata per manipolare i risultati. In effetti i dati sui due milioni di voti espressi online a Mosca (cioè il 90 per cento degli elettori registrati) sono stati annunciati quattordici ore dopo la chiusura delle urne.

Fuori della capitale, la notte elettorale ha premiato i comunisti, almeno in quelle parti del paese dove non si è potuto votare online. Il Kprf ha raccolto la maggior parte delle preferenze del voto intelligente di Navalnyj e ha cavalcato il malcontento dovuto al calo degli stipendi e del tenore di vita. E così ha sconfitto il partito di Putin in diverse regioni siberiane e orientali. Con il 19 per cento dei voti e una presenza alla duma che aumenterà da 43 a 57 seggi, si può dire che per il Kprf queste elezioni sono state uno dei più grandi successi dal periodo d’oro degli anni novanta, quando al Cremlino c’era Boris Eltsin. ◆ ab

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Questo articolo è uscito sul numero 1428 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati