L’Unione europea sta per sprecare una grande occasione, forse la più grande del secolo in materia di politica industriale. Si tratta dei circuiti elettronici per computer. L’attuale scarsità di componenti elettronici, che ha colpito duramente le aziende automobilistiche europee, dimostra quanto siano importanti per l’economia. Presto l’accesso alla tecnologia dei microprocessori sarà l’elemento più importante nella competizione tra i grandi blocchi economici. C’è voluta l’attuale crisi delle forniture per svegliare la Commissione europea dal suo sonno profondo, dopo che nello scorso decennio l’Europa era rimasta indietro. Ora il commissario al mercato interno Thierry Breton vuole recuperare il terreno perso. I presupposti non sono affatto negativi. Uno dei più importanti centri di ricerca nel campo della microelettronica, l’Imec, si trova in Belgio. Il gruppo olandese Asml ha quasi il monopolio sui macchinari per uno dei passaggi centrali nella produzione dei circuiti elettronici, la fotolitografia. Sono basi su cui si potrebbe costruire. Ma non con le somme di cui parla Breton. Il commissario prevede di stanziare trenta miliardi di euro entro il 2030 per realizzare nuovi stabilimenti, mentre il governo cinese ha destinato l’equivalente di 150 miliardi di euro al settore. Per la Commissione e i governi europei c’è una sola cosa da fare: investire molti più soldi. ◆ gac

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Questo articolo è uscito sul numero 1447 di Internazionale, a pagina 17. Compra questo numero | Abbonati