Era già successo durante le primavere arabe, quando gli attivisti usarono i social network per organizzare le manifestazioni e i governi si mossero per bloccargli l’accesso. Oggi capita in Iran: la morte di una ragazza, arrestata dalla polizia religiosa perché non indossava correttamente il velo, ha fatto scoppiare diverse proteste. Migliaia di persone manifestano in strada da settimane e molti servizi come WhatsApp, Instagram e Skype sono inutilizzabili. Signal, l’app nota per la sua attenzione alla privacy, ha pubblicato un tutorial per sfuggire alla censura. E gli Stati Uniti si sono attivati per permettere ad alcune aziende statunitensi di assistere gli iraniani nelle comunicazioni. 
Gaia Berruto

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Questo articolo è uscito sul numero 1481 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati