In Burundi Innocent picchia abitualmente la moglie e i figli. Per lui fare richieste attraverso la violenza fisica non significa superare i limiti: anche lui è stato educato così fin da bambino. A un certo punto però incontra un gruppo di uomini che, anche se sono stati educati nello stesso modo, hanno deciso di cambiare strada. Junior vive in Senegal e da quasi dieci anni è in procinto di fare coming out con i suoi genitori. Anche se nel suo paese le Góor-jigéen, letteralmente “uomini vestiti da donne”, sono accettate è ancora molto spaventato dalla possibile reazione della famiglia.

In Lesotho in ogni casa almeno un paio di figli sono dati in sacrificio allo zama zama, l’estrazione illegale di materie prime nelle miniere, in cambio di un misero stipendio. Ragazzi che diventano veri e propri fantasmi, che entrano negli stabilimenti da bambini e non ne escono mai più. Queste sono alcune delle storie raccolte in Cry like a boy, un podcast realizzato da un giovane gruppo misto di giornalisti europei e africani che racconta l’evoluzione della cultura maschile e del rapporto tra i generi in un continente che si sta evolvendo alla velocità della luce anche dal punto di vista culturale. Il progetto, corredato anche da uno dei migliori visual design del mondo dei pod­cast, è stato prodotto durante la pandemia a cavallo di otto paesi diversi, attraverso un capillare uso di reporter e attivisti locali.

Jonathan Zenti

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Questo articolo è uscito sul numero 1444 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati