Nel 2016 Avery Trufelman ha avuto la possibilità di guardare un paio di anni nel futuro: alla Wgsn, la più importante azienda di previsioni di mode del mondo, le hanno fatto vedere il modello di blue jeans che sarebbe stato di moda nel 2018. Eppure, rivisto oggi, quel modello di jeans non ricorda una moda di qualche anno fa, ma un generico taglio di pantaloni, ancora oggi in circolazione ma allo stesso tempo non così diffuso. La digitalizzazione delle vite dei consumatori e i social network hanno disintegrato la percezione lineare del tempo e costruito delle bolle all’interno delle quali vengono pubblicizzati e prendono vita centinaia di trend contemporaneamente. Per rispondere a questo cambiamento, negli ultimi anni l’industria della moda ha cominciato a cercare degli stili senza tempo, innovativi ma sempre classici. La risposta arriva inaspettatamente da un libro giapponese degli anni sessanta, Take Ivy, che nel secondo dopoguerra raccontava ai giapponesi, attraverso le fotografie, come si vestivano i giovani statunitensi che frequentavano le università private. Avery Trufelman, una delle più belle voci del pod­casting statunitense, torna con una nuova stagione della serie che racconta la storia dei vestiti che indossiamo, presentandoci un futuro in cui l’assenza di un’identità precisa diventerà la moda eterna della quale ci vestiremo.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1486 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati