O ggi Klaus Willbrand è seduto alla scrivania, come sempre. Quasi scompare tra i classici, i libri di fotografia e le vetrine con le prime edizioni. Ma eccolo in fondo alla stanza, Klaus il libraio antiquario. È un uomo tranquillo, calvo tranne una corona di capelli bianchi e lunghi ai lati. Indossa una giacca scura, a volte una sciarpa. A vederlo sembrerebbe uscito da uno dei romanzi conservati qui. Potrebbe essere scivolato fuori dalle pagine, essersi seduto alla scrivania e non averla più lasciata.

Ci sono stati tempi in cui nessuno metteva piede nella libreria antiquaria di Willbrand. Giornate intere in cui aspettava invano i clienti, solo con lo scricchiolio della sua sedia. Il tempo lo occupava leggendo o riordinando le vetrine. A volte qualcuno si fermava davanti al negozio, lo vedeva e non entrava. Forse aveva paura di disturbarlo. Non troppo tempo fa, all’inizio dell’anno, Willbrand stava per chiudere. Vendeva sempre meno libri, così pochi che non sapeva più come pagare i conti e le bollette. E cominciava a dubitare che al mondo là fuori interessasse ancora leggere.

Un’amica gli ha proposto di postare su Instagram e TikTok dei video in cui parlava di letteratura. Di Heinrich Heine, i cui versi sciolti ha amato fin dall’adolescenza. Di Marcel Proust, che considera uno degli scrittori più eleganti. Un antiquario polveroso su TikTok, come potrebbe funzionare, ha pensato lì per lì. Ma cos’aveva da perdere? “Proviamoci”, si è detto. Ed è successo un piccolo miracolo.

È un edificio di Colonia, in Germania, con la facciata di mattoncini, fuori un paio di ceste di libri e sopra la porta l’insegna “Libreria antiquaria di Weyertal”. È quasi mezzogiorno, Klaus Willbrand sta rovistando nello scaffale della poesia. Tira fuori un libro dopo l’altro, legge il titolo e se va bene lo tiene da parte, altrimenti lo rimette a posto. Ogni tanto la fila di volumi crolla con un colpo secco, perché ci sono dei buchi negli scaffali da quando vende tanti libri. Ne cerca alcuni per le sue “scatole misteriose”, dei pacchetti a sorpresa in cui mette ogni volta tre volumi di narrativa, filosofia o, come in questo caso, poesia.

Per la prima volta in tutti questi anni ha un sito e ora ha cominciato a vendere online. Le scatole di poesia sono finite tutte in un solo giorno. Cinquanta pacchetti con versi di Ulla Hahn, Margaret Atwood, Charles Bukowski e Gottfried Benn, tutti venduti. Le scatole di narrativa sono andate via ancora più velocemente, trecento pezzi in appena tre ore. Ora, dice Willbrand, il problema è del tutto nuovo: potrebbe spedire ancora più scatole, ma gli mancano i libri.

Un video al giorno

Willbrand passa alla pila successiva mentre Daria Razumovych gira un paio di video per Instagram. È lei l’amica che gli ha suggerito di postare dei contenuti online. Indossa grandi occhiali da vista e ha una testa piena di ricci. Trentadue anni, consulente di case editrici e di social network, conosce il mondo digitale, a differenza di Willbrand. Si occupa delle spedizioni, ma soprattutto gira, monta e pubblica i filmati. Il format è sempre lo stesso: Willbrand è seduto al tavolo, Razumovych gli fa una domanda restando fuori campo. A quel punto lui comincia a parlare per un paio di minuti e spiega la letteratura di tutto il mondo.

Razumovych posta un video di Willbrand quasi ogni giorno. Su TikTok lo seguono cinquantamila utenti, su Instagram 154mila.

A volte nel negozio arrivano persone da Berlino, ma anche dalla Svizzera, da Stoccolma. Un giorno due ragazze si aggiravano furtive tra gli scaffali. “Mi ronzavano attorno e ho pensato: ‘Vorranno prendermi in giro?’”. Poi una si è fatta coraggio: gli ha chiesto se potevano scattarsi un selfie. Per Willbrand è stata la scoperta di un nuovo mondo. Ha 83 anni, e certe cose lo sconvolgono. Sui tram, sui treni, “tutti hanno quell’aggeggio in mano, e mi chiedo che altro facciano nella vita”, afferma.

Willbrand è un uomo molto disciplinato. Legge quasi ogni sera, dalle dieci o dalle undici fino alle tre del mattino. Mai sul letto o sul divano, ma sempre alla scrivania. In modo che non gli sfugga niente. Indipendentemente da ciò di cui parla, è facile capire che a lui in fondo interessano solo i libri. Quando 23 anni fa ha aperto la sua libreria antiquaria ha dovuto fare tutto in fretta. Le pareti andavano imbiancate, gli scaffali tirati su. Ovvio, dice, certe cose nel suo negozio sono un po’ alla buona. “Ma sono formalità. Cosa me ne faccio di un negozio più bello se i libri che ci sono dentro sono brutti?”.

A undici anni aveva letto La repubblica di Platone. E poi è cresciuto a pane e libri. Ora mette da parte i volumi di poesia. Un conoscente gli ha portato una borsa piena di volumi, Willbrand li sparpaglia sul tavolo e li esamina. Controlla che non siano rovinati. Tra i nuovi arrivi ci sono una rara edizione di Proust e una copia firmata di Ernst Jandl.

Da quando è presente online riceve tantissime offerte di persone che gli propongono libri da comprare. In alcuni casi, perché sanno cosa gli interessa davvero: letteratura di prima qualità, anche molta filosofia. Se va male, si presenta qualcuno con uno scatolone: “Mi scusi, mia nonna è morta, non è che vuole questi?”. Lo mette a disagio guardare dentro quelle scatole. Come pensano di rifilargli certa robaccia? Libri di viaggio, consigli di vita, biografie di politici.

Per l’apprendista

Anche se da piccolo Willbrand era in buona salute, a cinque anni cominciò a soffrire di asma. Restò quattordici mesi nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Hamm, in Vestfalia. Era il 1946, le visite erano consentite solo il sabato, per due ore al massimo. Le suore avevano poco tempo per lui, dovevano assistere i soldati mutilati da mine e granate. Si annoiava a morte. Fino a che, in due settimane appena, imparò a leggere da solo con un sillabario che gli aveva regalato il padre. Una suora, una delle più gentili, gli rimediò un volume malconcio di Karl May. L’ospedale era in parte ancora in macerie, ma da qualche angolo remoto disseppellirono altri sessanta libri di Karl May. “Fu così che diventai di colpo un lettore vorace”, ricorda. Quando fu dimesso continuò a leggere: Max e Moritz, La capanna dello zio Tom, Robinson Crusoe. Ogni volta scopriva un mondo sempre più grande. Leggeva anche libri non adatti alla sua età. “Non mi chieda se a undici anni ho capito La repubblica di Platone”, dice. Ma così è cresciuto con la letteratura. “Come diceva Paul Celan? ‘Leggere! Leggere continuamente, la comprensione verrà da sé’”, commenta il libraio.

A volte lo fermano per strada, come ha fatto di recente un ragazzo che si è avvicinato e gli ha detto: “Voglio ringraziarla per il suo lavoro”

Da allora Willbrand non ha più smesso. E così ora prende posto al suo tavolo, si aggiusta gli occhiali e osserva i nuovi arrivati. Con una mano sfoglia i libri, con l’altra impugna la matita e scrive. Poi annota il prezzo. Heinrich Böll, la prima edizione di Opinioni di un clown: quindici euro. Una volta l’ha perfino incontrato, Böll, aveva un bel carattere. All’epoca Willbrand era apprendista nella libreria universitaria Witsch, a Colonia. Böll voleva vendere da loro diverse copie del vocabolario Grimm. Willbrand aveva ascoltato lo scrittore parlare con il gestore del negozio e poi aveva detto sottovoce: “La vorrei anch’io quell’edizione”. I volumi furono consegnati imballati. E su uno c’era un biglietto: “Per l’apprendista Willbrand”.

Seimila libri

Storie come queste Daria Razumovych le considera troppo preziose perché vadano perse. Ha incontrato Willbrand tre anni fa a un mercato dell’antiquariato nel centro di Colonia. Ha comprato da lui un tascabile, il primo volume di Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust. Il libraio le ha dato il suo biglietto da visita. Se avesse voluto altro, le ha detto, doveva venire in negozio. In un paio di settimane aveva finito di leggere Proust. Così è andata a trovarlo e hanno cominciato a parlare. Lei ha studiato germanistica ed è appassionata di classici. Lui non ha mai ritenuto necessaria una laurea ma ha letto seimila libri. Lei lo tempestava di domande.

In realtà, dice Razumovych, ha pensato di girare dei video con lui già dopo i primi incontri. Qualcuno doveva raccogliere quelle storie, conservarle come fiori rari in un erbario. Gli ha esposto la sua idea. Ma Willbrand si è rifiutato. È un uomo testardo. Uno che non ama i cambiamenti. Per esempio, la sua sedia scricchiolava da anni, ma ha aspettato che si rompesse del tutto prima di comprarne una nuova. Anche il negozio navigava in cattive acque da tempo, ma prima di avventurarsi online è arrivato sull’orlo della bancarotta. A primavera Willbrand non sapeva più che fare della sua libreria. Daria Razumovych l’ha capito passando da lui la sera dopo il lavoro. “Oggi sei la mia prima cliente”, diceva spesso. Così gli ha riproposto la sua idea. Quando, se non ora?

A Pasqua hanno registrato il primo video. Razumovych l’ha filmato con il telefono. “Resta sulla porta e io entro, come farebbe un cliente”, gli ho detto. Quella sera stessa ha montato il video e ha buttato giù un breve testo di accompagnamento: “Ciao, sono Klaus Willbrand, ho 82 anni e gestisco questa libreria dell’usato da più di venti. Se passate di qua per dare un’occhiata e fare due chiacchiere sono contento”. A tarda notte, poco prima di andare a letto, l’ha pubblicato.

Quando si è svegliata la mattina dopo ha guardato il cellulare e ha chiamato Willbrand: “Non ci crederai, diecimila persone hanno già visto il tuo video”, gli ha detto. “Bene”, ha risposto lui, “allora andiamo avanti”.

E ora? In negozio Razumovych sposta pile di libri tutto il giorno, cercando di portarsi avanti con le scatole misteriose. La gente chiama senza sosta, una signora svizzera che lo segue online voleva ordinare un libro. A volte lo fermano per strada, come ha fatto di recente un ragazzo che si è avvicinato e gli ha detto: “Signor Willbrand, voglio ringraziarla per il suo lavoro”.

Alcuni video sono stati visti più di un milione di volte, altri hanno ricevuto più di mille commenti. “Torniamo tutti a leggere libri”, scrive uno. “Qual è la sua opinione su Nietzsche?” chiede un altro. E un altro ancora: “Metto un mi piace e commento, così TikTok spingerà il tuo video. Il negozio sembra pazzesco”.

È tutta una questione di qualità, Klaus Willbrand l’ha sempre pensato. Ma non immaginava che su internet potessero esserci persone che la vedevano allo stesso modo, credeva che online ci fossero solo dei perditempo. È stato un errore, ammette, un pregiudizio. Ed è forse proprio la cosa che l’ha sorpreso di più in queste settimane: all’improvviso in rete ha trovato persone interessate alla letteratura. Ora nella sua libreria dell’usato non vengono più solo i clienti alla ricerca dei tascabili di Max Frisch a quattro euro. Ci sono anche follower che ordinano attraverso TikTok, perfino cose rare.

La montagna incantata

Le sue vendite, dice Willbrand, si sono moltiplicate. Chiaro, un multiplo di quasi nulla è comunque poco. Ma è sufficiente, dice Daria Razumovych, a coprire i costi. Soprattutto basta per andare avanti.

È tardo pomeriggio quando le cose si fanno più tranquille nella libreria antiquaria. Razumovych sistema un piccolo treppiede accanto al tavolo di Willbrand e gli attacca un microfono al colletto. Mette il cellulare sul supporto e prende una sedia per sé. Ogni volta che è qui cerca di registrare qualche nuovo video. Si appunta un paio di domande, si siede di fronte a Willbrand e preme su “registra”. “Quale autore o autrice è capace di creare i personaggi migliori?”, chiede. “Mi torna in mente Thomas Mann. Ripenso sempre alla Montagna incantata perché è straordinario. Lodovico Settembrini, il russo misterioso, è un personaggio indimenticabile”. Registrano una serie di video così da avere un po’ di scorta. Willbrand non conosce le domande in anticipo, risponde a braccio. Parla con tono calmo e riflessivo, e si fa energico quando si tratta di letteratura che non gli piace. Ogni tanto s’impappina e dice: “Al diavolo!”.

Naturalmente online non riceve solo elogi. C’è anche chi lo accusa di essere superficiale. Siamo su TikTok e Instagram, non nell’aula di un dottorato di letteratura tedesca, risponde lui. Una volta che aveva parlato di tre scrittori, una donna ha commentato: “Lol, questo tizio legge anche libri di scrittrici?”. Si meraviglia che alcune persone prendano i suoi video in modo così personale: “Ovviamente non voglio che tutti siano d’accordo con me. La letteratura è proprio questo: conoscere le altre opinioni e, se necessario, tollerarle”.

Willbrand ricorda quando per la prima volta Razumovych gli ha mostrato TikTok. Le preoccupazioni che l’hanno assalito perché sente di appartenere a un altro mondo. Un mondo in cui durante il suo apprendistato era diventato responsabile dell’assortimento, un mestiere che nemmeno esiste più. Lavorava dodici, quattordici ore al giorno, compresi i fine settimana. Il capo gli diceva: “Willbrand, scegli: o hai una ragazza o una carriera”. Per qualche anno non ha avuto nemmeno il tempo di leggere.

Quando aveva quasi trent’anni si prese una lunga pausa dal lavoro, vivendo solo dei suoi risparmi e leggendo dalla mattina alla sera. Da allora, è lui a decidere il ritmo della sua vita.

Su Colonia cala la notte. Daria Razumovych ha rimesso a posto il treppiede, ha impacchettato il microfono e se n’è andata a casa. Ma Willbrand resta seduto, come ogni sera. Legge. Scorre stupito i commenti che le persone scrivono sotto i suoi video. Finché a un certo punto si alza, va alla porta e la chiude con un gesto delicato. ◆ nv

Biografia

1941 Nasce in Germania.
1946 All’età di cinque anni è ricoverato in ospedale per asma bronchiale nell’ospedale di Hamm e durante la degenza impara a leggere da solo.
2001 Apre una libreria antiquaria a Colonia.
2024 Il suo negozio è sull’orlo del fallimento. Un’amica lo convince a girare dei video su TikTok in cui parla di letteratura. Diventa molto popolare su internet e ora il negozio ha una nuova e numerosa clientela.


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Questo articolo è uscito sul numero 1592 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati