“È molto informale e simpatica. Una persona disponibile”. La responsabile dell’ufficio stampa, una bella signora dai capelli bianchi, sposta impaziente lo sguardo tra il telefono e la reception dell’Hotel d’Angleterre, a Copenaghen. In occasione del vertice annuale del Consiglio nordico, che riunisce i governi del Nordeuropa, la presidenza del consiglio finlandese ha invitato a pranzo i giornalisti. “Da quando Sanna Marin è diventata capo del governo, concediamo centinaia di interviste”, racconta incredula la responsabile.

All’improvviso le porte dell’antico albergo si aprono ed entra lei, la più giovane premier al mondo. Sorridente, vestita di nero, magra, circondata da burocrati e guardie del corpo in giacca e cravatta. Sanna Marin si siede a tavola. I rappresentanti del governo sono schierati da un lato, i giornalisti dall’altro. La tovaglia è di lino, le caraffe per il caffè sembrano d’argento, le punte dei wienerbrød danesi sono ricoperte di cioccolato. Marin fa un resoconto dell’incontro del giorno precedente: i capi di governo sono d’accordo sul fatto che la collaborazione durante la pandemia non sia stata sufficiente. In futuro dovrà essere potenziata.

“Quando ero giovane pensavo che i politici fossero troppo lenti ad affrontare i problemi. Per esempio non mi sembrava che facessero abbastanza per salvare il clima”, spiega.

Quando è stata nominata prima ministra nel dicembre 2019, Sanna Marin, leader del Partito socialdemocratico finlandese (Spd), aveva appena compiuto 34 anni. Tre mesi dopo il coronavirus avrebbe monopolizzato l’attenzione mondiale. Nonostante questo, l’immagine del nuovo governo finlandese ha fatto il giro del pianeta. Tutti e cinque i partiti che compongono la coalizione sono guidati da donne. E tutte, tranne una, nel 2019 avevano meno di 35 anni. Perfino Tom Morello, il chitarrista della band statunitense Rage Against the Machine, si è complimentato con la Finlandia su Instagram: ha postato una foto delle cinque leader e ha fatto sapere che Marin era una fan del suo gruppo. Ha sottolineato anche che l’emergenza climatica era una priorità assoluta per il governo finlandese. Marin ha commentato con un cuoricino rosso.

Anche il ministro dell’interno estone ha subito reso noto il suo pensiero. Invece dei gusti musicali della premier, ha preferito sottolineare un aspetto del suo curriculum, descrivendola come una “ex cassiera”. Avrebbe anche potuto chiamarla ex ministra dei trasporti e delle comunicazioni o citare il suo master in economia all’università di Tampere. “È la cruda realtà!”, dice Marin. “Rappresento una nuova generazione di politici e leader. Sono giovane e donna. Per molti il solo fatto che io occupi questa poltrona è una provocazione. Non serve neanche che apra bocca”, aggiunge allargando le braccia.

Secondo una ricerca dello Strategic communications centre of excellence della Nato, le ministre del governo finlandese subiscono spesso insulti sessisti sui social network. Le hanno chiamate “Team Tampax” e “Banda del rossetto”.

Classe operaia

I genitori di Sanna Marin divorziarono quando era piccola e lei andò ad abitare con la madre e la sua nuova compagna. Avevano pochi soldi. Marin sentiva di non poter parlare apertamente della propria famiglia ed era convinta che la politica fosse una strada preclusa a una ragazza della classe operaia come lei. Quando è diventata premier, ha ricevuto critiche, anche dal suo partito, perché organizzava feste con amici e musicisti nell’appartamento del primo ministro, si faceva fotografare dalle riviste di moda senza camicetta sotto la giacca e prendeva in giro i boomer su Instagram. In seguito ha dichiarato che non aveva nessuna intenzione di provocare, ma voleva solo ravvivare l’atmosfera alla presidenza del consiglio.

Biografia

1985 Nasce a Helsinki, in Finlandia.

2004 Finisce le superiori a Pirkkala, dove dopo il divorzio dei genitori si è trasferita insieme alla madre e alla sua compagna.

2015 Entra in parlamento.

2018 Nasce sua figlia, avuta con l’ex calciatore e imprenditore Markus Räikkönen.

giugno 2019 Diventa ministra dei trasporti.

dicembre 2019 Viene scelta dal Partito socialdemocratico per succedere ad Antti Rinne come ministra capo della Finlandia.


Nonostante i pettegolezzi di giornali e tv, Marin non sembra certo l’enfant ter­rible della politica nordica: ha consulenti di mezza età, risponde alle domande in modo serio e articolato e a volte chiede aiuto per tradurre espressioni tecniche dal finlandese all’inglese. “Non m’interessano i conflitti generazionali. Per prendere le decisioni migliori in politica bisogna coinvolgere le persone di tutte le età”, spiega. Tuttavia ha dichiarato più volte di voler rappresentare la nuova generazione. Le chiedo cosa intende: “Voglio mostrare ai giovani che si può essere premier in tanti modi. Voglio che i ragazzi e le ragazze siano se stessi e che nessuno sia costretto a cambiare, nemmeno se entra nel governo. È sufficiente avere idee e coraggio”.

La Finlandia ha mandato al vertice sul clima Cop26 di Glasgow, che si è concluso il 12 novembre, il presidente Sauli Niinistö, 73 anni. Tra le altre cose, nel summit si è deciso di fermare il disboscamento e ridurre le emissioni di metano. Molti esperti, tuttavia, sono rimasti delusi dai risultati ottenuti dalla conferenza e hanno sottolineato l’assenza dei presidenti di Cina, Brasile e Russia. “Dobbiamo fare in fretta e dare tutti di più. In Finlandia vogliamo raggiungere la neutralità climatica entro il 2035. Tutti dovrebbero fare come noi, ma purtroppo non è così facile”, ha commentato Marin.

E cosa possono fare i giovani leader per gestire la transizione ecologica? “Devono pretendere interventi più decisi e agire di più in prima persona. Per salvare il clima dobbiamo fare un lavoro transgenerazionale. Non è vero che gli anziani non sono preoccupati e non fanno nulla. Ma per noi giovani la questione è più urgente”. Sanna Marin pensa che la cooperazione tra i paesi del Nordeuropa sia essenziale. “Dobbiamo lavorare insieme perché siamo vicini all’Artico, quindi siamo in una situazione particolare. Non è solo un’emergenza, ma una situazione che offre nuove opportunità, per esempio nel campo dello sviluppo tecnologico e per il mercato dell’occupazione verde”.

I paesi nordici vogliono diventare la regione più sostenibile del mondo entro il 2030. Considerate le diverse strategie adottate durante la pandemia e la chiusura delle frontiere, viene facile pensare che, per raggiungere questo obiettivo, sia necessario cambiare il modello di cooperazione. “La pandemia è stata un’emergenza. Posso capire i motivi delle critiche, ma le frontiere non sono state chiuse per puro capriccio. Dovevamo proteggere la popolazione”, commenta.

Marin governa la Finlandia dal dicembre 2019, sostenuta da una maggioranza schiacciante nei sondaggi. Nel suo paese la copertura vaccinale ha raggiunto l’80 per cento di tutta la popolazione sopra i dodici anni. “In Finlandia abbiamo seguito attentamente la Danimarca e la Norvegia, due paesi che hanno agito molto rapidamente per fermare i contagi. Noi abbiamo scelto una strategia simile. Sono preoccupata per i paesi baltici, dove c’è una forte opposizione ai vaccini”, commenta.

Il giornalista svedese al tavolo vuole sapere l’opinione di Marin sulla gestione svedese della pandemia. La Svezia ha registrato più di 15mila morti per il coronavirus, rispetto ai circa mille della Finlandia. Ma lei liquida la questione con una frase: “È affascinante che la pensiamo in modo così diverso”.

La giornalista danese, invece, è curiosa di sapere quanto spesso Marin cancella gli sms dal telefono. La prima ministra danese Mette Frederiksen, infatti, è in difficoltà a causa della decisione del governo, nel novembre 2020, di far abbattere l’intera popolazione di visoni negli allevamenti del paese per paura che potessero contagiare le persone con il covid-19. Una commissione d’inchiesta ha richiesto l’accesso alle comunicazioni dei ministri, ma ha scoperto che tutti i messaggi di Frederiksen erano stati cancellati. La domanda, però, non arriva all’orecchio di Sanna Marin. È già andata via, senza toccare il pranzo. “Deve prendere un aereo”, spiega uno dei funzionari del governo finlandese. Poi aggiunge: “Grazie a tutti”. ◆ lv

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Questo articolo è uscito sul numero 1439 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati