Scienza

I pini più longevi

Due biologi dell’università di Barcellona, in Spagna, hanno studiato a fondo un’area in alta quota del parco naturale catalano Alt Pirineu. L’area ospita un migliaio di pini uncinati (Pinus uncinata), la maggior parte dei quali ha più di duecento anni. Circoscrivendo l’indagine agli esemplari con il diametro maggiore, hanno identificato dodici pini ultrasecolari di età compresa tra 660 e 750 anni, con tratti morfologici e fisiologici singolari. Per esempio, hanno rami laterali più grandi e robusti rispetto al tronco centrale, e spesso dalle forme contorte. Inoltre, hanno parti morte e altre che producono germogli. Gli autori spiegano su Plant Physiology che questi tratti sono espressione di forme di adattamento come plasticità e tolleranza allo stress. Gli alberi secolari hanno un valore ecologico unico. Rivelano infatti meccanismi di adattamento che gli hanno permesso di fronteggiare le avversità nel corso dei secoli.

Le conseguenze dell’obesità

Secondo uno studio condotto sui topi, l’obesità favorisce uno stato d’infiammazione che aumenta il rischio di contrarre alcune malattie, e che rimane più alto anche dopo il ritorno al peso e al metabolismo precedenti. Non è ancora chiaro se i risultati possano essere estesi agli esseri umani. Nella sperimentazione i topi sono stati alimentati con cibi grassi, diventando obesi. A quel punto si sono attivati dei geni che favorivano lo stato d’infiammazione. In particolare, alcuni cambiamenti epigenetici, in questo caso alterazioni nell’avvolgimento della molecola del dna, hanno modificato l’accessibilità e l’attivazione dei geni. I cambiamenti epigenetici si verificavano in alcune cellule del sistema immunitario, i macrofagi, che si trovano nel tessuto adiposo. Quando i macrofagi migravano nell’occhio, i topi avevano un rischio maggiore di sviluppare una condizione simile alla degenerazione maculare senile, legata all’invecchiamento. La patologia, associata all’obesità, può causare una riduzione della vista nelle persone anziane. L’obiettivo dei ricercatori è trovare il modo di bloccare o invertire i cambiamenti epigenetici del dna. ◆

Rischi in gravidanza

La preeclampsia e l’ipertensione in gravidanza hanno basi genetiche. Confrontando il genoma di circa ventimila donne sono emerse diciannove varianti, dodici delle quali associate alla preeclampsia e sette all’ipertensione. I ricercatori hanno calcolato il rischio di soffrire di queste due patologie gestazionali, che mettono in pericolo la vita della donna e del nascituro, in presenza di ciascuna variante. Serviranno però ulteriori studi per determinare il reale rischio poligenico. La ricerca, non ancora sottoposta a revisione paritaria, è stata pubblicata su
medRxiv.

Contagi e decessi in aumento

Nuovi casi di covid-19 in Italia, dati settimanali (Fonte: Protezione civile)

Secondo i dati del ministero della salute, nella settimana dal 31 dicembre 2022 al 5 gennaio 2023 i casi di covid-19 in Italia sono stati 135.990, con un aumento dell’11,5 per cento rispetto alla settimana precedente. I decessi sono passati da 706 a 775, con un aumento del 9,8 per cento. Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva è invece stabile. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’ondata di covid in corso in Cina non dovrebbe avere conseguenze significative in Europa.

Antibiotici nell’acqua

Le acque reflue in molti paesi asiatici, soprattutto in Cina, contengono grandi quantità di antibiotici. Secondo uno studio pubblicato su Lancet Planetary Health, tracce rispettivamente di 92 e 45 antibiotici sono state individuate negli ambienti acquatici del Pacifico occidentale e del sudest asiatico. Tuttavia, per alcuni paesi mancano i dati. La diffusione degli antibiotici nell’ambiente può favorire la comparsa di batteri resistenti, aumentando i rischi per la salute umana.

Foto di John Sibley, Reuters/Contrasto

Genetica Alcuni ricercatori hanno individuato le origini di 74 geni umani, scrive Nature Ecology and Evolution. I geni derivano da sequenze di rna delle scimmie, prodotte da parti di dna in apparenza senza scopo. Uno dei geni studiati potrebbe aver contribuito all’aumento delle dimensioni del cervello umano. La comparsa di nuovi geni dipende spesso dalla duplicazione e modifica di altri già esistenti, ma possono esistere meccanismi diversi.

Ricerca Il progresso scientifico sta rallentando. Il volume delle scoperte e dei passi avanti tecnologici è aumentato esponenzialmente negli ultimi decenni, ma i risultati sono meno dirompenti che in passato. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, è basato sull’analisi di 45 milioni di articoli scientifici e di 3,9 milioni di brevetti degli ultimi sessant’anni.

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1494 - 13 gennaio 2023
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