Europa

Stanchi del populismo

Praga, 28 gennaio 2023 (LightRocket/Getty)

In Ungheria si sente spesso dire da figure vicine al governo che negli ultimi anni il partito Fidesz, del nazionalista e conservatore Viktor Orbán, ha portato a compimento il cambio di regime cominciato nel 1989. Cosa questo significhi si può vedere ogni giorno. A proposito delle presidenziali in Repubblica Ceca (dove al ballottaggio del 29 gennaio l’ex premier Andrej Babiš è stato sconfitto dall’europeista e atlantista Petr Pavel, nella foto) non possiamo parlare di un evento che segna la fine di un regime. La sconfitta di Babiš, che si somma a quella delle politiche nel 2021, non è un evento di tale portata: non si può paragonare alla primavera di Praga o alla rivoluzione di velluto. Tuttavia è un passaggio storico. I cechi hanno dimostrato di essere stufi del populismo e di politici come Babiš, che ha condotto una campagna elettorale basata sulle bugie, sostenendo che se il suo avversario avesse vinto avrebbe trascinato il paese in guerra. Oggi è evidente quanto sono diverse la società ceca e quella ungherese. Mentre a Praga le menzogne hanno indebolito chi le ha dette, in Ungheria, prima del voto dell’aprile 2021, in molti hanno creduto che, se l’opposizione avesse vinto, sarebbe arrivata la guerra.

Il presidente uscente Miloš Zeman è stato una vergogna per la politica ceca: ha oltraggiato la carica che ricopriva, forzandone costantemente i limiti e flirtando con l’estrema destra. Nelle ultime settimane anche Babiš ha provato ad aprire all’estrema destra. Una mossa comprensibile, se si tiene conto che non aveva alcuna possibilità di prendere i voti della borghesia moderata. Ma imperdonabile, considerato che in Europa il suo partito si presenta come progressista e al parlamento di Strasburgo fa parte del gruppo liberale.

Praga, quindi, non sta vivendo un cambio di regime, ma un processo di rinnovamento: alla presidenza arriva un politico europeista e atlantista, dopo che l’anno scorso è diventato premier Petr Fiala, su posizioni politiche simili. Questo non vuol dire che in Repubblica Ceca i populisti siano scomparsi. Perché alla fine in democrazia è sempre il popolo a decidere, che piaccia o meno a chi è al governo. ◆ ct

Il ritorno dell’estrema destra

“La prossima onda blu”, titola la Wiener Zeitung dopo le elezioni del 29 gennaio in Austria inferiore. Nello stato più popoloso del paese il Partito della libertà (Fpö) si è piazzato al secondo posto con il 25 per cento, togliendo la maggioranza assoluta al Partito popolare austriaco (Övp). Il partito di estrema destra sembra essersi definitivamente lasciato alle spalle il cosiddetto Ibizagate, lo scandalo esploso nel 2019 con la pubblicazione di un video girato di nascosto in cui si vedevano i leader del partito accettare le offerte di corruzione di una finta ereditiera russa. La vicenda aveva provocato la caduta del governo di coalizione tra l’Övp e l’Fpö, che sembrava destinato a restare a lungo ai margini della politica austriaca, anche a causa delle polemiche suscitate dalla sua vicinanza agli ambienti neonazisti e dalle sue posizioni filorusse. Meno di quattro anni dopo, però, il nuovo leader Herbert Kickl è riuscito a portare il partito in testa alle intenzioni di voto per le elezioni del 2024, sfruttando la crescente impopolarità del governo di Karl Nehammer (Övp). ◆

Braccio di ferro sui salari

Foto di Jeff J Mitchell, Getty

Più di mezzo milione di lavoratori, tra cui 300mila insegnanti, ha partecipato allo sciopero organizzato il 1 febbraio dai sindacati britannici, che chiedono aggiustamenti salariali per compensare il forte aumento del costo della vita. Per il Guardian è stata la più grande mobilitazione degli ultimi dieci anni. Nel Regno Unito l’inflazione ha superato il 10 per cento, ma il premier conservatore Rishi Sunak sostiene che l’aumento dei salari farebbe salire ulteriormente i prezzi.

Cancellare l’era Erdoğan

Il 30 gennaio la coalizione di sei partiti di opposizione che sfiderà il blocco islamoconservatore guidato dal presidente Recep Tayyp Erdoğan alle elezioni presidenziali e parlamentari del 14 maggio ha presentato il suo programma. La proposta principale è il ritorno al sistema parlamentare e la revoca dei poteri concessi al presidente dalla riforma del 2018, spiega Duvar. La coalizione, da cui è rimasto escluso il partito filocurdo Hdp, dovrebbe annunciare il suo candidato alle presidenziali il 13 febbraio.

Regno Unito Il presidente del Partito conservatore Nadhim Zahawi è stato rimosso dai suoi incarichi nel governo per non aver comunicato un’inchiesta del fisco nei suoi confronti.

Russia Il sito d’informazione Meduza è stato incluso tra le organizzazioni indesiderabili.

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1497 - 3 febbraio 2023
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