Che Silvio Berlusconi sia del tutto inadeguato a ricoprire l’incarico di presidente della repubblica italiana è ovvio e lo sanno tutti, anche quelli che con l’avvicinarsi dell’inizio delle votazioni in parlamento sostengono il contrario. E probabilmente lo sa anche lui. L’età è il minore dei suoi problemi: Berlusconi ha 85 anni, negli ultimi tempi è stato spesso malato o indisposto e il mandato dura sette anni. Ma in Italia i presidenti della repubblica sono sempre stati uomini anziani.

Il fatto è che Berlusconi è ineleggibile per una serie di motivi: durante la sua fin troppo lunga carriera politica ha spesso sfruttato a proprio vantaggio il potere che derivava dai suoi incarichi e i mezzi d’informazione di sua proprietà, manipolando la competizione democratica; ha annientato i suoi avversari e fatto crescere le forze di estrema destra; ha fatto leva sugli istinti più bassi, inventando quelle che sarebbero diventate le tecniche dei populisti; è sempre stato un personaggio divisivo; per non parlare poi della sua vita privata.

I veri campioni

Se il presidente della repubblica dev’essere un modello di moralità, un premuroso padre della patria, è difficile immaginare un candidato peggiore di lui. Ma Berlusconi ci prova lo stesso. Del resto ha sempre avuto una certa idea di sé: per uno che, come ha detto una volta, si ritiene “l’unto del signore”, cosa volete che sia la presidenza della repubblica?

Sta imponendo la propria candidatura sulla destra italiana, che lui ha fondato. Viene da chiedersi se non stia bluffando, con il vero obiettivo di essere lui a trovare e a far eleggere il candidato vincente al momento opportuno. In fondo in Italia l’elezione del presidente della repubblica è un gioco dai meccanismi imperscrutabili, con la politica e i partiti che non si fanno problemi a usare tattiche, trucchetti e inganni portandoli avanti, in casi estremi, fino all’ultimissimo secondo.

Si dice che l’elezione del presidente della repubblica sia la Champions league della politica italiana. E i veri campioni hanno sempre almeno un piano b, ma è meglio se hanno anche un piano c.

Chiudere in bellezza

Se stesse effettivamente bluffando, Berlusconi dovrebbe avere in mente un altro candidato presidente: un nome migliore del suo, capace di raccogliere più consensi per il bene del paese. Ma sembra un’eventualità molto improbabile. Berlusconi non è neanche riuscito a indicare un suo successore nel partito, perché tutti gli sembrano troppo insignificanti per misurarsi con la sua presunta grandezza.

Ed è convinto che la presidenza della repubblica gli spetti di diritto come ringraziamento per i suoi meriti e risarcimento per i suoi sacrifici e le sue rinunce. Se vogliamo credere ai suoi collaboratori, è così che la vede: come un coronamento della sua carriera, un modo per ricostruirsi un’immagine demolita e infangata nel 2011, quando fu costretto a dimettersi da presidente del consiglio. Un modo per chiudere in bellezza.

Quindi c’è il rischio che Berlusconi, con quest’ultima e vana manovra, getti nel caos un paese in fase di ripresa economica e politica. Se l’elezione dovesse andare per le lunghe l’Italia rischierebbe di perdere la credibilità internazionale appena riconquistata, e tornare ai tempi dei vecchi luoghi comuni, quando si diceva: “È sempre la solita Italia”. Solo il fatto che nel gennaio del 2022 Berlusconi riesca ancora a imporsi sul palcoscenico politico più importante è un triste spettacolo. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1444 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati