28 aprile 2015 12:18

Dopo i funerali di Freddie Gray, a Baltimora, sono scoppiate violente proteste contro la polizia accusata di aver ucciso il ragazzo nero, morto dopo essere stato arrestato e aver riportato ferite alla spina dorsale. Dal momento dell’arresto al momento in cui Gray è stato ricoverato per gravi lesioni alla spina dorsale sono passati 45 minuti. La polizia ha sospeso sei agenti legati alla vicenda e ha aperto un’inchiesta, ma le circostanze della morte del ragazzo rimangono poco chiare. La ricostruzione del Baltimore Sun:

  • 12 aprile, ore 8.39. Freddie Gray, un ragazzo di 25 anni, è stato arrestato da tre agenti in bicicletta a Baltimora. Il motivo dell’arresto non è chiaro, gli agenti hanno raccontato che il ragazzo, vedendoli, è scappato e per questo hanno deciso di fermarlo pensando che fosse un pusher o un trafficante di droga.
  • 12 aprile, ore 8.46. Freddie Gray viene arrestato e caricato con la forza su un blindato della polizia. Secondo testimoni oculari, l’arresto è stato violento. Gray, che soffriva di asma, ha chiesto di essere aiutato, ma non gli viene prestato ascolto.
  • 12 aprile, ore 8.54. Il blindato si ferma. Gli agenti raccontano che Gray stava dando in escandescenza e per questo è stato riposizionato sul blindato.
  • 12 aprile, ore 8.54/8.59. Il blindato della polizia fa una deviazione, torna indietro perché risponde a un’altra chiamata di arresto di un’altra persona.
  • 12 aprile, ore 8.59/9.24. Il blindato carica un’altra persona e riparte. L’identità dell’altro arrestato non è stata rivelata dalla polizia che ha detto che l’uomo è un testimone chiave nell’inchiesta.
  • 12 aprile, ore 9.24. Viene chiamata un’ambulanza. Quando arrivano i medici Gray si trova in gravi condizioni, viene ricoverato e riporta gravi lesioni alla spina dorsale. Rimane in coma una settimana.
  • 19 aprile. Freddie Gray muore in ospedale per le ferite riportate nei 45 minuti che passano dal suo arresto al suo ricovero in ospedale.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it