Per la prima volta dallo scoppio dell’epidemia di ebola in Africa occidentale, nel dicembre del 2013, nell’ultima settimana si sono registrati meno di venti casi di contagio. Tra il 27 aprile e il 3 maggio, infatti, sia Guinea sia in Sierra Leone ci sono stati solo nove nuovi casi, mentre la Liberia non ne ha registrato nessuno.
L’inviato delle Nazioni Unite per la lotta contro l’ebola, David Nabarro, pur considerandolo un “progresso straordinario”, ha avvertito che è ancora presto per dichiarare l’epidemia completamente superata. Ma comunque sulla Liberia fa una previsione ottimistica: il 9 maggio, se continueranno a non registrarsi nuovi casi, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) potrebbe dichiarare che il paese è libero dal virus. Quel giorno infatti sarebbe il 42° senza nuovi casi, standard richiesto dall’Oms dal momento che si tratta del doppio dei giorni di incubazione del virus della febbre emorragica.
“Si sta volgendo al termine, ma non sappiamo quando finirà. In Liberia è stato necessario tanto tempo, circa due mesi, per scendere da un solo caso di contagio a nessun caso, quindi non possiamo anticipare che sarà una cosa veloce. Non interrompiamo gli sforzi”, ha dichiarato Nabarro in una conferenza a Dakar, ricordando che la missione delle Nazioni Unite per la risposta all’emergenza, nata lo scorso settembre, dovrebbe concludersi a luglio, quando il mandato verrà trasferito ad altre agenzie dell’Onu.
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Oms, l’epidemia di ebola scoppiata in Guinea nel dicembre del 2013, finora ha ucciso in totale 10.980 persone e ne ha contagiate più di 26mila.
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