02 luglio 2015 08:31
Durante i colloqui sul nucleare in corso a Vienna, il 1 luglio 2015. (Carlos Barria, Reuters/Contrasto)

Entrano nella fase conclusiva i negoziati a Vienna sul nucleare iraniano. Oggi sono attesi nella capitale austriaca, che ospita la sede dell’Agenzia internazionale per l’energia nucleare (Aiea), i ministri degli esteri di Francia, Germania, Regno Unito e Cina. Anche l’Alta rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini, dovrebbe unirsi al tavolo dei colloqui, a cui partecipano il ministro degli esteri statunitense John Kerry e quello iraniano Mohammad Javad Zarif. Non è chiaro se a Vienna tornerà anche il capo della diplomazia russa Sergej Lavrov.

Ieri, sia da parte statunitense sia iraniana e con parole praticamente identiche, Kerry e Zarif, i due principali protagonisti del negoziato, hanno assicurato che sono stati compiuti progressi. Il 30 giugno i negoziatori avevano deciso di estendere di una settimana le trattative che sono entrate nella fase finale. Le grandi potenze chiedono all’Iran di fermare il suo programma nucleare in cambio dell’alleggerimento delle sanzioni economiche in vigore contro il paese.

Intanto un rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia nucleare (Aiea) ha confermato che l’Iran ha rispettato gli accordi presi nel 2013 con il Gruppo dei 5+1 (cinque membri permanenti del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite più la Germania). Secondo l’Aiea, le riserve iraniane di uranio arricchito, usato comunemente nei reattori nucleari a scopo civile, sono scese al di sotto del livello massimo stabilito da un accordo provvisorio con le potenze mondiali nel 2013. L’Aiea ha rilevato che le riserve sarebbero sotto la soglia dei 7.650 chilogrammi fissata nel novembre 2013.

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