03 luglio 2015 17:43
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Proseguono senza sosta a Vienna i negoziati sul nucleare iraniano e diverse fonti hanno riferito che i negoziatori di Teheran e quelli del gruppo 5+1 sono “vicini a una conclusione”. Il ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha detto alla televisione di stato che “sono stati fatti molti progressi ma ci sono ancora diverse questioni tecniche su cui serve la volontà dell’altra forza politica”.

Fonti statunitensi hanno raccontato che i delegati di Stati Uniti, Unione europea e repubblica islamica – compresi la vice segretaria di stato Wendy Sherman e i vice ministri degli esteri iraniani Abbas Araqchi e Majid Takhteravanchi – hanno avuto una riunione di sei ore che si è conclusa alle 3 del mattino. In giornata era previsto un faccia a faccia tra i responsabili delle diplomazie statunitense e iraniana, John Kerry e Zarif. Il capo dei negoziatori russi, Sergej Ryabkov, ha assicurato che il testo dell’accordo è ormai finalizzato al 90 per cento. E il ministro degli esteri cinese Wang Yi ha espresso fiducia sulla possibilità che le parti raggiungano una soluzione condivisa.

In base all’intesa, l’Iran dovrebbe accettare di ridurre drasticamente le attività di arricchimento dell’uranio per oltre un decennio in modo da allungare ad almeno un anno il cosiddetto breakout time, cioè il tempo necessario ad arricchire abbastanza uranio per fabbricare una singola atomica. Al momento si calcola che Teheran abbia le capacità di costruirne una in 2,3 mesi. Tra le questioni che ancora restano da risolvere, la reale natura delle ricerche condotte in passato dagli iraniani.

La direttrice generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Yukiya Amano, ha incontrato ieri il presidente iraniano Hassan Rouhani a Teheran, ma in un comunicato ha fatto sapere che “bisognerà continuare a lavorare”. I diplomatici occidentali hanno sottolineato a più riprese che non stanno chiedendo a Teheran una confessione pubblica sugli scopi militari della ricerca nucleare condotta in passato, ma che gli ispettori dell’Aiea avrebbero bisogno di conoscere l’intera natura della trascorsa attività iraniana per gettare le basi delle future attività di monitoraggio.

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