L’unico sopravvissuto della sua famiglia al naufragio nell’Egeo, Abdullah Kurdi, è tornato a Kobane il 4 settembre per seppellire suo figlio di tre anni Aylan, suo figlio di cinque anni Galip e sua moglie Rehan.
Un convoglio con le salme della famiglia Kurdi è partito dal campo profughi di Suruç, e ha attraversato il confine tra Turchia e Siria. Abdullah Kurdi è stato accompagnato da una delegazione di deputati turchi e dai giornalisti che sono stati fermati a tre chilometri da Kobane, città siriana distrutta dai bombardamenti della coalizione guidata dagli Stati Uniti contro i jihadisti dello Stato islamico e dai combattimenti tra esercito curdosiriano e jihadisti. Le autorità turche hanno arrestato quattro presunti trafficanti per il naufragio dell’imbarcazione in cui sono morte dodici persone, tra cui la famiglia Kurdi.
#AylanKurdi, his brother and mother now being buried as #martyrs in #Kobane #Syria. Martyrs of our inaction and indifference.
— Peter Bouckaert (@bouckap) 4 Settembre 2015
I due fratellini e la loro madre facevano parte di un gruppo di almeno dodici siriani morti su un’imbarcazione diretta verso l’isola greca di Kos, nell’Egeo.
La barca si è capovolta anche se il mare era calmo, sovraccarica per i 17 passeggeri. I corpi sono stati trascinati sulla spiaggia di Ali Hoca Point a Bodrum. È arrivata la notizia che anche un altro gommone, sul quale viaggiavano altre sedici persone, si è rovesciato.
La guardia costiera turca ha dichiarato che cinque bambini e una donna sono morti in seguito al naufragio, mentre tre persone sono ancora disperse. Gli elicotteri hanno messo in salvo altre quindici persone.
Mr Kurdi appeals to Arab states to look at what his family endured & help those in need and fleeing war. Vid: Arta.fm pic.twitter.com/6ysVV8E3wH
— reported.ly (@reportedly) 4 Settembre 2015
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