30 ottobre 2015 18:10

Ventisei consiglieri del comune di Roma hanno firmato le proprie dimissioni, tutti insieme davanti al notaio. Bastava la rinuncia di 25 consiglieri, cioè la maggioranza dei 48 seggi dell’assemblea capitolina, per fare sciogliere l’amministrazione della capitale ed evitare di portare in aula la mozione di sfiducia al sindaco Ignazio Marino, che il 29 ottobre aveva ritirato le dimissioni presentate due settimane prima.

Il gruppo dei dimissionari è composto sia da membri della maggioranza che dell’opposizione. Tra i primi ci sono tutti i 19 consiglieri del Partito democratico, Daniele Parrucci del Centro democratico, e un consigliere della lista civica. A questi si aggiungono Alfio Marchini e Alessandro Onorato della lista Marchini, i fittiani Ignazio Cozzoli Poli e Francesca Barbato, e Roberto Cantiani del Nuovo centro destra (Ncd). Anche Fabrizio Ghera e Lavinia Mennuni di Fratelli d’Italia sono pronti a firmare le dimissioni.

Il prefetto Franco Gabrielli ora nominerà un commissario straordinario. Forse già da lunedì dovrebbe assumere l’incarico.

Un sondaggio dell’Istituto Demopolis rileva che se si tenessero oggi le elezioni comunali a Roma, voterebbe solo il 48 per cento degli aventi diritto, contro il 53 per cento del 2013 e il 74 per cento del 2008. Il Movimento 5 stelle otterrebbe il 33 per cento dei voti e il Partito democratico il 17 per cento.Tra il 10 e l’8 per cento si posizionerebbero Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, la lista Marchini e la lista Marino. Forza Italia prenderebbe il 7,9 per cento, la Lega il 4 per cento.

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