05 novembre 2015 15:00

Il premier romeno Victor Ponta si è dimesso il 4 novembre, all’indomani di una serie di manifestazioni a Bucarest e in altre città del paese, nelle quali decine di migliaia di persone hanno chiesto le dimissioni del governo anche in seguito alla morte di 32 persone in un incendio scoppiato il 30 ottobre in una discoteca della capitale. Il 5 novembre il presidente della repubblica Klaus Iohannis ha nominato premier ad interim il ministro della pubblica istruzione Sorin Cîmpeanu.

I giornali romeni sottolineano che i manifestanti hanno voluto denunciare la corruzione e l’incuria che colpiscono tutto il paese, e che sono state alla base del dramma di Bucarest.

Sveglia, Romania!
România Liberă
Il giornale scrive che Ponta è stato spinto a dimettersi dalle migliaia di persone scese in strada la sera del 3 novembre per denunciare la corruzione e il suo ruolo nell’incendio della discoteca Colectiv. Secondo il quotidiano “hanno chiesto le dimissioni e soprattutto il cambiamento. ‘Non ce ne torniamo a casa, i nostri morti non lo permettono’ era uno degli slogan ripetuti per tutta la notte del 3 novembre. L’indomani, quando molti di quelli che protestavano ancora dormivano, un sindaco e un intero governo erano caduti”.

România Liberă, 5 novembre 2015.

I retroscena delle dimissioni di Victor Ponta
Adevărul
È stato il presidente del Partito socialdemocratico Liviu Dragnea ad annunciare per primo le dimissioni di Ponta, del quale voleva sbarazzarsi da tempo, sottolinea Adevărul. Nell’editoriale, Daniel Gorgonaru sottolinea che le manifestazioni non hanno colore politico né ideologia: “In compenso hanno dei princìpi chiari. No alla corruzione, no all’incompetenza, no alla demagogia, no alle bugie. Con le dimissioni del governo Ponta i dimostranti hanno vinto una battaglia, ma non la guerra. E le loro richieste non sono negoziabili”.

Adevarul, 5 novembre 2015.

La mozione di sfiducia più forte
Evenimentul Zilei
Il quotidiano osserva che è stata nuovamente la popolazione a cacciare il premier, un fenomeno che sta diventando abituale in Romania, sottolinea l’editorialista Ion Cristoiu: “In tutti i paesi civili del mondo le tensioni sociali e la crisi di un governo trovano una soluzione nelle elezioni anticipate. Da noi, siccome queste ultime sono praticamente impossibili, da 25 anni devono essere i dimostranti a rovesciare i governi”.

Pulizia fino in fondo
Libertatea
La Romania è governata dalla piazza anche per Libertatea, secondo cui i governi sono ormai alla mercé delle proteste. “La società civile sembra più matura: quando si arrabbia può far cadere dei governi. Questa volta però chiede di più che un semplice cambio di governo: chiede che cambi il modo in cui si fa politica in Romania”.

Libertatea, 5 novembre 2015.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it