In Venezuela il presidente Nicolás Maduro ha annunciato la creazione di un parlamento parallelo che si riunirà nello stesso palazzo dell’assemblea nazionale. L’organo, chiamato parlamento comunale nazionale, è stato istituito dal presidente, dopo la sconfitta del partito di governo alle elezioni legislative del 6 dicembre, che hanno consegnato il controllo del parlamento alla coalizione dei partiti dell’opposizione. Maduro ha anche annunciato che non firmerà la prima richiesta dell’assemblea legittimamente eletta, cioè un’amnistia per i prigionieri politici.

Il parlamento parallelo avrà lo scopo di distribuire risorse alle province, circa 1.500 in tutto il paese, e ai comuni, che sono 45mila. La sua istituzione era già stata pensata dall’ex presidente Hugo Chávez ed è stata annunciata da Diosdado Cabello, il vice di Maduro alla guida del Partito socialista unito del Venezuela (Psuv) e presidente uscente dell’assemblea nazionale.

Secondo i giuristi vicini al governo, l’istituzione del parlamento comunale nazionale è ammessa dall’articolo 5 della costituzione che si occupa di sovranità popolare e dall’articolo 70, che stabilisce che le assemblee dei cittadini o delle comunità economiche sono un mezzo di partecipazione ed esercizio della sovranità popolare. Invece i giuristi critici nei confronti del governo pensano che l’istituzione del parlamento parallelo sia illegittima e violi la costituzione.

Diversi commentatori hanno ricondotto la decisione di Maduro a una strategia usata da Hugo Chávez in passato, quando il Psuv ha perso le elezioni comunali o regionali: creare istituzioni parallele, a volte con più risorse rispetto a quelle ufficiali, come è successo negli stati di Miranda, Amazonas e Lara, e per il sindaco di Caracas. Tuttavia il portavoce del partito di governo ha negato che il parlamento comunale nazionale sottrarrà poteri all’assemblea nazionale.

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