23 agosto 2016 17:32

Il 21 agosto si è conclusa la ventunesima edizione del Sarajevo film festival. Il premio principale è andato al film Albüm, opera prima dell’autore e regista turco Mehmet Can Mertoğlu, 27 anni. Si tratta di una commedia amara su una coppia di quasi quarantenni che, in attesa del bambino che hanno adottato, sta costruendo un album di famiglia fittizio, in cui la moglie compare in tutte le foto con un pancione finto.

Il film è stato presentato anche a Cannes, a maggio, alla Semaine de la critique e, come ha scritto Elisabeth Franck-Dumas su Libération, si tratta di una satira cruda che prende di mira la tentazione e la tendenza all’isolamento, familiare e di conseguenza identitario: “Una commedia nera sull’imperativo della fecondità nella Turchia di oggi. Un paese che non fa venire voglia di mettere al mondo dei figli, anche vedendo come è descritto nel film: i turchi non sembrano in grado di comunicare tra loro senza scadere negli insulti, gli uffici pubblici sono pieni di fannulloni (alcuni dei quali dormono serenamente alla loro scrivania) e ovunque dilagano il maschilismo e il razzismo”.

Una scena di Albüm

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Effettivamente l’idea di una commedia graffiante su una coppia piccolo-borghese che si vergogna di essere costretta ad adottare un bambino, con quello che è successo in Turchia negli ultimi tempi, ha qualcosa di stridente e la scelta della giuria presieduta dal regista palestinese Elia Suleiman sembra voler sottolineare proprio questo.

In ogni caso il film di Mertoğlu, che ne ha anche scritto la sceneggiatura, non si rivolge solo al suo paese: “Si capisce subito”, scrive ancora Franck-Dumas, “che la coppia scimmiotta le abitudini tragicamente stereotipate delle famiglie di oggi quando cercano di nascondere la loro infertilità, vissuta come un terribile difetto. Questo non tanto per il disperato desiderio di formare una famiglia (rifiutano infatti la prima bambina che gli viene proposta perché ‘sembra una siriana’), ma perché, con l’assenza di un figlio, manca un elemento al loro quadretto ideale”.

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