07 novembre 2016 17:00

Da più di sei mesi centinaia di nativi americani manifestano lungo il tracciato di un oleodotto in costruzione vicino alla riserva di Standing Rock Sioux, a cavallo tra North Dakota e South Dakota. I sioux si oppongono alla costruzione dell’oleodotto Dakota Access fin dal 2014, quando il progetto è stato presentato la prima volta, affermando che profanerà le terre sacre e metterà in pericolo le risorse idriche.

Mentre le proteste continuano, ecco una breve panoramica della situazione in cifre.

  • 2.047 chilometri È la lunghezza dell’oleodotto Dakota Access proposta. L’oleodotto dovrebbe trasportare centinaia di migliaia di barili di greggio al giorno, attraversando cinquanta contee in quattro stati: dalla parte occidentale del North Dakota, via South Dakota e Iowa, ricongiungendosi alla fine con un oleodotto esistente a Patoka, nell’Illinois. L’oleodotto si estenderebbe sotto una parte del fiume Missouri che costeggia la riserva sioux nel North Dakota. Le associazioni dei nativi americani sostengono che un simile progetto attenterebbe alla sacralità dei siti e potrebbe danneggiare le risorse d’acqua potabile della riserva.
  • 470mila È il numero di barili di greggio che verranno trasportati ogni giorno dall’oleodotto, quando questo sarà a regime. La capacità dell’oleodotto è anche maggiore, secondo i costruttori. Una volta concluso, potrebbe pompare 570mila barili di petrolio al giorno.
  • Tra ottomila e dodicimila. È il numero di posti di lavoro locali che, secondo i costruttori dell’oleodotto, verrebbe creato durante la realizzazione del progetto. Secondo l’azienda texana Energy Transfer Partners, la costruzione dell’oleodotto da 3,78 miliardi di dollari creerebbe tra gli ottomila e i dodicimila posti di lavoro locali, compresi quelli di saldatori, meccanici, elettricisti, tubisti e responsabili delle attrezzature pesanti.
  • Più di trecento. Sono le nazioni tribali che si oppongono all’oleodotto Dakota Access e che hanno espresso il loro sostegno alla Standing Rock Sioux Nation.
  • Circa ottocento. È il numero di persone che attualmente protestano. I leader della Standing Rock Sioux Nation hanno dichiarato il 1 novembre che circa ottocento persone sono presenti nel sito come “protettori”, il termine che preferiscono utilizzare per designare quanti si oppongono alla costruzione dell’oleodotto.Negli ultimi mesi migliaia di nativi e di ambientalisti si sono radunati nei luoghi dove dovrebbe essere costruito l’oleodotto. L’apparizione di celebrità come gli attori Shailene Woodley e Mark Ruffalo ha contribuito a portare le proteste alla ribalta nazionale.
  • 412 È il numero di manifestanti arrestati da agosto. La tensione tra polizia e manifestanti è salita il 27 ottobre, quando i dimostranti che hanno lanciato bottiglie molotov contro la polizia e incendiato alcune auto sul ponte della highway 1806, costringendo quest’ultima alla chiusura. Polizia e vigilantes hanno utilizzato spray al peperoncino e manganelli contro la folla.
  • Almeno 1,3 milioni. È il numero di utenti Facebook che hanno visitato la pagina della Standing Rock Indian Reservation, in segno di sostegno agli attivisti che cercano di fermare la costruzione dell’oleodotto. Questo dopo che un utente aveva sostenuto che le autorità stavano schedando i manifestanti sui social network. L’ufficio dello sceriffo ha definito “assolutamente false” tali affermazioni.

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