04 gennaio 2017 11:18

In Birmania la minoranza musulmana dei rohingya è sempre più esposta a discriminazioni e ad abusi di ogni tipo. Il 2 gennaio il governo birmano ha aperto un’inchiesta dopo la pubblicazione di un video che mostra agenti delle forze dell’ordine mentre picchiano alcuni rohingya dopo un rastrellamento compiuto tra la popolazione del nordovest del paese. Quattro poliziotti sono stati arrestati.

Così facendo le autorità hanno riconosciuto in modo implicito che la minoranza è vittima di maltrattamenti da parte dei servizi di sicurezza. È un atteggiamento insolito, osserva il Guardian.

Dall’inizio, lo scorso ottobre, di una vasta offensiva militare nello stato di Rakhine in risposta all’attacco coordinato di vari posti di frontiera da parte di gruppi armati – cosa che potrebbe suggerire una forma di “penetrazione dell’estremismo islamico” – le autorità hanno sempre affermato di rispettare lo stato di diritto. Ma la smentita arrivata attraverso il video ha suscitato dure critiche nei confronti della responsabile di fatto del governo Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace nel 1991.

Senza diritti
In un paese dove circa il 90 per cento della popolazione è buddista, i rohingya – che sono circa un milione (su 54 milioni di abitanti) – vivono emarginati e senza diritti. In base a una legge del 1982, non sono considerati appartenenti a nessuno dei 135 gruppi etnici ufficialmente riconosciuti e non hanno la cittadinanza, e quindi neanche la possibilità di votare. Apolidi, anche se alcuni vivono in Birmania da generazioni, formano una casta “invisibile” che non ha accesso al mondo del lavoro e solo un accesso parziale all’assistenza sanitaria. Inoltre anche la loro pratica religiosa è sotto stretta sorveglianza.

La situazione è così difficile che decine di migliaia di rohingya hanno attraversato illegalmente la frontiera con il vicino Bangladesh e ora fanno di tutto per non dover tornare in un paese che gli è ostile. In un articolo sul South China Morning Post, il ricercatore australiano Manjit Bhatia chiede che siano adottate sanzioni finanziarie contro il regime birmano: è l’unico modo, scrive, per colpire efficacemente l’élite economica e politica del paese.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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