19 giugno 2020 13:27

Il 16 giugno Juan Orlando Hernández, il presidente dell’Honduras, ha annunciato di essere risultato positivo al tampone ed è stato ricoverato in ospedale. Anche sua moglie e due collaboratori sono stati contagiati. Due giorni dopo il paese ha registrato il più alto incremento giornaliero di contagi (643), a conferma che l’Honduras, come altri paesi latinoamericani, si trova ancora nel momento più delicato dell’epidemia. Al momento il paese conta circa undicimila casi e 343 morti.

I capi di governo che si sono ammalati di covid-19, oltre a Hernández, sono tre: il primo ministro britannico Boris Johnson, che ha passato tre notti in terapia intensiva, il primo ministro russo Michail Mišustin e il primo ministro armeno Nikol Pashinyan.

Dopo quasi tre mesi di lockdown, l’Honduras ha riaperto le sue attività economiche a partire dalla settimana scorsa, ma i dati degli ultimi giorni fanno temere che le riaperture possano far ulteriormente aumentare i contagi.

Nel resto del mondo

  • Negli Stati Uniti i contagi stanno aumentando rapidamente in stati finora meno colpiti, come California, Arizona, Texas e Florida, tra i più popolosi del paese. Questi stati hanno riaperto le attività economiche a inizio giugno. Il 17 giugno la California ha registrato quattromila nuovi casi, il dato giornaliero più alto dall’inizio dell’epidemia. Il giorno dopo il governatore ha imposto l’uso della mascherina nei luoghi pubblici. Il governatore dell’Arizona ha invece delegato ai sindaci il potere di decidere se imporre l’uso della mascherina. Il 20 giugno il presidente Donald Trump terrà un comizio a Tulsa, in Oklahoma. In molti gli avevano chiesto di annullarlo perché anche in quello stato i contagi stanno aumentando, ma Trump ha deciso di procedere comunque. Ai partecipanti saranno date delle mascherine, ma non sarà obbligatorio indossarle.
  • In Giappone il primo ministro Shinzo Abe ha cancellato un provvedimento, approvato all’inizio dell’emergenza, che vietava alle persone di spostarsi tra le varie prefetture del paese. Il governo è convinto di aver fatto i passi necessari per tenere sotto controllo la diffusione del virus. Il governatore di Tokyo ha annunciato che tutte le attività economiche possono tornare alla normale attività dal 19 giugno, questo nonostante le 41 nuove infezioni del giorno precedente. Al momento il paese conta 17mila contagi e 935 morti. Abe sta anche pensando di cancellare i divieti di ingresso nel paese per chi arriva da Australia, Nuova Zelanda, Thailandia e Vietnam.
  • Il 19 giugno la Corea del Sud ha registrato 49 nuovi casi. La seconda ondata di infezioni continua a espandersi nella zona metropolitana di Seoul.
  • Nella città di Chennai, nel sud dell’India, è stato imposto il lockdown, dopo che si è scoperto che i livelli di contagio e di morti causati dal virus erano superiori a quanto si pensasse inizialmente. Chennai è la sesta città più popolosa dell’India. Nel paese finora ci sono stati circa 380mila contagi.
  • Il 19 giugno in Indonesia ci sono stati 1.041 nuovi casi, per un totale di 43mila contagiati dall’inizio dell’epidemia.
  • Il 18 giugno l’Afghanistan ha registrato il minor numero di contagi dal 15 maggio (346). Ma il paese fa i conti con la carenza di tamponi e con il conflitto armato, che rende difficile organizzare una risposta al virus. Secondo i dati ufficiali nel paese sono morte di covid-19 almeno 548 persone.
  • I contagi sono in aumento nella Repubblica Ceca. Il 19 giugno, per la terza volta da aprile, sono stati registrati più di cento nuovi casi giornalieri.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it