17 settembre 2020 16:57
In un laboratorio di Atene dove si eseguono ricerche sugli anticorpi contro il covid-19, 8 luglio 2020. (Alkis Konstantinidis, Reuters/Contrasto)
  • Il direttore dei Centers for disease control and prevention (Cdc) degli Stati Uniti, Robert Redfield, ha detto che ci vorrà un anno prima che un vaccino contro il coronavirus sia “diffusamente disponibile al pubblico americano”. La sua stima va in netto contrasto con il messaggio che continua a lanciare Donald Trump, che insiste sul fatto che in poche settimane (ovvero prima delle elezioni) il vaccino sarà a disposizione. All’affermazione del direttore dei Cdc, il presidente ha risposto: “È confuso sulla tabella di marcia”.
  • Secondo uno studio dell’azienda farmaceutica americana, Eli Lilly, c’è un nuovo tipo di farmaco che infonde speranza per la lotta al covid. Si tratta degli anticorpi monoclonali, che vengono sostanzialmente copiati da quelli che il nostro corpo produce naturalmente. A giugno, l’azienda ha avviato una sperimentazione somministrando a 452 malati lievi o moderati di covid il medicinale con gli anticorpi oppure un placebo. I pazienti in questione non erano stati ricoverati in ospedale ed erano da poco risultati positivi al tampone. Cinque dei 302 pazienti che hanno ricevuto il farmaco sono finiti in ospedale, l’1,7 per cento. Così come nove dei 150 trattati con il placebo sono stati ricoverati, il 6 per cento. Quindi, secondo i “risultati incoraggianti”, il farmaco ridurrebbe del 72 per cento il rischio ricovero.
  • Le ragioni dello stop temporaneo alla sperimentazione del vaccino anticovid di AstraZeneca potrebbero non essere associati alla sua somministrazione, dice l’università di Oxford. I controlli sulla sicurezza sono cominciati quando i volontari hanno sviluppato sintomi neurologici inspiegabili, tra cui sensibilità modificata o debolezza degli arti, e lo studio è stato sospeso. “Dopo una revisione indipendente, queste malattie sono state considerate difficilmente associabili al vaccino, o comunque non c’erano prove sufficienti per dire con certezza che fossero o no correlate”, scrive l’università britannica in un documento. Le sperimentazioni sui vaccini sono riprese nel Regno Unito, in Brasile e Sudafrica, ma non ancora negli Stati Uniti.
  • La Cina ha chiuso una città da 200mila abitanti al confine con la Birmania e ha lanciato una campagna di test per l’intera popolazione. I funzionari di Ruili, nella provincia dello Yunnan, hanno dichiarato che la città si sta difendendo dal covid-19, dopo che si sono scoperti due casi tra alcuni viaggiatori birmani. Ai residenti è stato ordinato di rimanere a casa e le forze dell’ordine sono impiegate in posti di blocco per evitare a chiunque di entrare o uscire da Ruili.
  • L’Organizzazione mondiale della sanità ha raccomandato ai paesi dell’America Latina di non interrompere troppo in fretta il lockdown. La direttrice regionale dell’Oms, Carissa Etienne, ha spiegato che si è cominciato a riprendere uno stile di vita, pubblica e privata, normale troppo presto, quando c’era ancora bisogno di un controllo sulla popolazione.
  • In India i casi di covid continuano ad aumentare vertiginosamente: sono 97.894 nelle ultime 24 ore. Il 16 settembre le infezioni da coronavirus hanno superato i cinque milioni, esercitando una pressione molto forte sugli ospedali, alle prese con forniture insufficienti di ossigeno di cui hanno bisogno per trattare decine di migliaia di pazienti critici.
  • Il presidente filippino Rodrigo Duterte ha dato il via libera ai procedimenti penali contro otto funzionari della PhilHealth, l’agenzia statale che si occupa della copertura sanitaria e dei test per il covid-19. Le indagini della task force istituita da Duterte dopo le accuse di irregolarità emerse al senato hanno confermato l’erogazione impropria dei fondi destinati all’emergenza da parte dell’agenzia a cliniche private che non si occupavano di pazienti malati di covid-19. Il presidente ha deciso di risparmiare il ministro della salute e capo della PhilHealth, Francisco Duque III, di cui il senato aveva chiesto le dimissioni per la cattiva gestione della pandemia. Le Filippine, infatti, sono il paese nel sudest asiatico con il maggior numero di morti. Sono 4.700 le persone che ufficialmente hanno perso la vita a causa di misure giudicate dal senato avventate e inefficienti.
  • Diversi medici, ricercatori e scienziati turchi si stanno trovando ad affrontare cause penali per aver criticato le politiche del governo per contrastare la pandemia di covid-19, scrive Science. Ad aprile, Kayıhan Pala, un importante esperto di salute pubblica dell’università di Uludağ, nella Turchia nordoccidentale, ha ricevuto una denuncia penale dopo aver rilasciato un’intervista a un sito web locale in cui diceva che i numeri del contagio erano più alti rispetto a quelli diffusi dal governo. La denuncia, presentata dal governatore della provincia di Bursa, lo accusava di “disinformare l’opinione pubblica” e di “causare il panico”. Purtroppo il suo non è un caso isolato. Le autorità turche stanno utilizzando i mezzi giudiziari per soffocare le critiche degli scienziati e controllare le informazioni sulla crisi. Da marzo hanno avviato indagini contro i medici, compresi i leader sindacali, che avevano messo in discussione la politica sanitaria del governo sui mezzi di comunicazione tradizionali e sui social network.
  • Nel 2020 il pil mondiale perderà il 4,5 per cento, ma aumenterà del 5 per cento nel 2021, spiega l’Ocse. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico dopo uno “shock senza precedenti”, si va verso una “graduale ripresa”. Nell’eurozona, invece, il pil crollerà del 7,9 per cento e poi risalirà al 5,1 per cento nel 2021. I singoli paesi europei avranno perdite diverse: la Germania passerà dal meno 5,4 per cento di quest’anno a un più 4,6 per cento nel prossimo, per la Francia invece si prevede un calo del 9,5 per cento nel 2020 e un aumento del 5,8 per cento nel 2021. “Il mondo sta scontando il più drammatico rallentamento economico dai tempi della seconda guerra mondiale”, ha detto la capo economista dell’Ocse, Laurence Boone.
  • Nei primi mesi della pandemia di covid, i medici hanno lottato per mantenere in vita i pazienti, concentrandosi principalmente sul trattamento dei danni ai polmoni e al sistema circolatorio. Ma già allora, scrive Nature, le prove di danni neurologici si stavano accumulando. Alcune persone venivano ricoverate per covid in pieno delirio: erano confuse, disorientate e agitate. Ad aprile, un gruppo di ricercatori in Giappone ha pubblicato il primo rapporto su un paziente covid che aveva gonfiore e infiammazione ai tessuti cerebrali. Un altro studio parlava di deterioramento della mielina, un rivestimento adiposo che protegge i neuroni e viene danneggiato in modo irreversibile nelle malattie neurodegenerative. Una donna di cinquant’anni e nessuna storia pregressa psichiatrica ha cominciato a vedere animali selvatici in casa e a convincersi che il marito fosse un impostore Aveva il covid. Alcune persone che si ammalano di coronavirus sviluppano sintomi neurologici ma non è ancora chiaro il meccanismo che li sviluppa.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it