18 gennaio 2021 10:49

Russia
Il 17 gennaio l’oppositore Aleksej Navalnyj è stato arrestato appena rientrato a Mosca dalla Germania, dove aveva trascorso la convalescenza dopo un tentativo di avvelenamento. Il Servizio penitenziario federale russo (Fsin) accusa Navalnyj, 44 anni, di aver violato i termini di una precedente condanna con la condizionale. Secondo un’inchiesta giornalistica, Navalnyj sarebbe stato avvelenato con un gas nervino dai servizi di sicurezza dell’Fsb, su ordine del Cremlino.

Honduras-Guatemala
Il 17 gennaio la polizia guatemalteca ha usato gas lacrimogeni e manganelli per fermare una carovana di migranti, composta da novemila persone, partita tra il 14 e il 15 gennaio da San Pedro Sula, in Honduras. L’obiettivo dei migranti è raggiungere gli Stati Uniti, nella speranza di essere autorizzati a entrare dal futuro presidente Joe Biden.

Sudan
Almeno 83 persone sono morte tra il 16 e il 17 gennaio negli scontri etnici che si sono verificati a Geneina, capoluogo dello stato del Darfur Occidentale. Le violenze sono scoppiate tra i masalit e alcune milizie legate ai nomadi arabi. Il 31 dicembre si era conclusa dopo tredici anni la missione congiunta dell’Onu (Minuad) e dell’Unione africana nel Darfur.

Uganda
Il 17 gennaio il leader dell’opposizione Bobi Wine ha chiesto alla comunità internazionale di mettere pressione al governo per una revoca dei suoi arresti domiciliari. Wine, un cantante di 38 anni, aveva denunciato brogli e violenze ai seggi nelle elezioni presidenziali di giovedì scorso. Il presidente uscente Yoweri Museveni, al potere dal 1986, ha ottenuto il 58,64 per cento dei voti, contro il 34,83 per cento di Wine.

Tunisia
Il 17 gennaio più di duecento giovani, in maggioranza ragazzi tra i 14 e i 17 anni, sono stati arrestati a Tunisi e in altre città del paese in seguito a tre notti di disordini scoppiati in violazione del coprifuoco introdotto per contenere la pandemia di covid-19. I manifestanti protestano contro la crisi economica, in particolare la disoccupazione e l’inflazione.

Afghanistan
Due giudici della corte suprema di Kabul sono state assassinate il 17 gennaio da un commando armato. L’attacco non è stato rivendicato, ma il presidente Ashraf Ghani l’ha attribuito ai ribelli taliban. Circa duecento donne giudici lavorano per la corte suprema afgana.

Corea del Sud
Il 18 gennaio un tribunale di Seoul ha condannato l’erede della Samsung Lee Jae-yong a due anni e mezzo di prigione per corruzione e appropriazione indebita. Lee è il vicepresidente della Samsung, ma di fatto dirige l’azienda dal 2014. La vicenda è legata allo scandalo che ha portato nel 2017 alle dimissioni della presidente sudcoreana Park Geun-hye, che in seguito è stata condannata a vent’anni di prigione.

Germania
Il 16 gennaio Armin Laschet, presidente del land Nord Reno-Westfalia, è stato eletto leader dell’Unione cristianodemocratica (Cdu). Laschet, considerato un moderato, aveva il sostegno della cancelliera Angela Merkel. Laschet non diventa però automaticamente il candidato conservatore alla cancelleria nelle elezioni legislative del prossimo 26 settembre. Secondo la stampa tedesca, potrebbe essere sfidato da Markus Söder e Jens Spahn.

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