05 gennaio 2018 15:54

Il 2017 è stato un anno molto strano per le aziende tecnologiche. Sono state accusate di essere un’istituzione sessista, di aver inquinato l’esito delle elezioni presidenziali, di aver “indebolito il tessuto sociale”, di aver distrutto una generazione e di aver manipolato i cervelli delle persone.

Ma, nonostante tutto, hanno guadagnato un mucchio di soldi! Apple, Google, Microsoft, Facebook e Amazon hanno registrato un aumento di valore delle loro azioni superiore al 33 per cento. Anche Oracle, Salesforce, Adobe, Autodesk, Hp, Dell e Intel hanno visto il valore delle loro azioni salire di oltre il 25 per cento. Sembra una contraddizione, ma chi può dirlo?

1. Le aziende tecnologiche si comporteranno come le banche

Le banche fanno un sacco di soldi e le persone, anche se non si fidano completamente, le usano. Nel 2018 lo stesso succederà alle aziende tecnologiche: continueranno a fare enormi profitti, ma la loro reputazione sarà sempre più lontana dall’idea di filantropismo in stile Ted. Soldi e reputazione sono collegate. È impossibile accumulare tanta ricchezza senza che le persone si chiedano che trucco c’è dietro. L’impatto negativo dell’industria tecnologia sul mercato del lavoro sarà sempre più evidente, e questo striderà con il fatto che i dirigenti delle aziende saranno sempre più ricchi.

Purtroppo l’opinione degli utenti sull’evoluzione di questi servizi non conterà molto. I nuovi prodotti saranno sempre più convenienti, utili e quasi impossibili da evitare. Molti banchieri sanno di essere odiati, ma per loro non è un problema. Succederà lo stesso a chi guida le aziende di tecnologia?

2. Sarà sempre più difficile distinguere tra realtà e finzione

Le ultime elezioni statunitensi hanno mostrato che il mondo dell’informazione su internet è diventato un luogo molto, molto strano. Adolescenti macedoni che controllano siti truffa, aziende di dubbia origine che producono notizie acchiappa clic, agenti segreti russi, bufale, una stampa eccessivamente di parte, il lato oscuro degli algoritmi: tutti elementi che hanno contribuito a creare un mondo in cui è difficile capire se quello che leggiamo nel feed di Facebook corrisponde o meno alla realtà.

Le nuove tecniche d’intelligenza artificiale lasciano presagire una realtà ancor più folle. Le reti neurali, una particolare forma di apprendimento automatico, possono generare nuovi suoni a partire dagli archivi audio, permettendo di mettere delle parole in bocca ai personaggi pubblici. Possono anche generare sequenze video. È questo il futuro. Chi vorrà davvero sapere cosa sta succedendo dovrà affidarsi a dei gatekeeper – esperti di un certo settore che hanno il compito di filtrare le informazioni – che si tratti di giornalisti, analisti, ricercatori o persone che lavorano in altri settori dell’informazione.

3. Sulle piste ciclabili arriveranno i veicoli elettrici

Il 2018 potrebbe essere un anno chiave per i veicoli elettrici. Ma non parlo di automobili e scooter: sarà un’esplosione cambriana di veicoli strani. Avranno forme e dimensioni di ogni tipo: biciclette a pedalata elettrica assistita, veicoli con una sola ruota, scooter simili a Segway, skateboard elettrici.

Avranno in comune delle caratteristiche: saranno alimentati a elettricità (quindi più silenziosi e puliti) e sfrutteranno il potenziale delle batterie degli smartphone; saranno relativamente economici: con un prezzo che parte dai trecento dollari e va fino ai duemila, permetteranno di muoversi in città spendendo meno che in auto o in moto.

Inoltre, circolando su una pista ciclabile diventeranno anche sicuri. Questi veicoli saranno essenzialmente degli smartphone con le ruote, e quindi potranno anche essere affittati – come le bici – e condivisi con gli altri. Credo che, in futuro, i veicoli veloci che trasportano più passeggeri in città saranno sostituiti da veicoli più lenti e monoposto.

4. Sentirete parlare di monopsonio

Sappiamo cos’è un monopolio. È quella condizione in cui un’azienda domina un mercato al punto che esiste un solo venditore di un certo tipo di beni. Ma cos’è un monopsonio? È la situazione in cui esiste un solo acquirente di beni. È il genere di potere esercitato da Amazon, che è in grado di decidere quanto pagherà i fornitori, obbligando poi quasi tutti ad accettare la situazione.

Il nostro attuale – o forse vecchio – quadro di riferimento antitrust si è concentrato sul danno arrecato ai consumatori, non solo sulle concentrazioni di mercato. Se i prezzi sono bassi per i consumatori, tanto basta. L’attuale struttura del mercato, ovvero il numero di compratori e venditori esistenti, non è preso in conto nel processo decisionale dell’antitrust. Ma esiste un nuovo paradigma, come sostiene per esempio l’Open Markets Institute, secondo cui il danno arrecato ai consumatori non è l’unico modo di valutare i danni fatti dal comportamento di un’azienda.

La cosa assume un valore particolare sul mercato del lavoro, per il quale l’esistenza di poche aziende dominanti in un settore rende difficile, per i lavoratori, ottenere una parte equa della torta. Un regime legale che consideri le dimensioni in quanto tali un problema rappresenterebbe un importante ostacolo strategico per gli attuali giganti del settore tecnologico.

5. Facebook si allontanerà dal mondo delle notizie

In passato Facebook è entrato nel settore delle notizie, ha cominciato a corteggiare le aziende dell’informazione e gli ha indirizzato enormi quantità di traffico. Oggi ci sono diversi segnali del fatto che Facebook intenda rinunciare a questa strategia, dando più risalto ai post condivisi dalle persone.

In un test effettuato su sei paesi, Facebook ha addirittura separato i contenuti delle notizie dal feed degli amici. Ha smesso di sostenere i video delle aziende dell’informazione. E il traffico proveniente da Facebook è ormai in calo per la maggior parte degli editori. Adesso la questione è se questi ultimi potranno continuare a sostenersi con i loro lettori man mano che Facebook si ritirerà dalla partita.

6. Le fotocamere saranno incluse in sempre più dispositivi

Le fotocamere sono diventate molto economiche. Esistono in ogni tipo di prodotto, dalle automobili ai campanelli di casa, fino agli schermi di controllo dei bambini. In passato servivano solo a mostrare cose agli esseri umani. Ma con la crescita delle tecniche di apprendimento automatico, che permettono ai computer di analizzare le immagini, i principali utenti delle fotocamere saranno le macchine. E questo significa che i produttori integreranno le fotocamere in sempre più dispositivi, in modo che questi possano essere dotati di un’intelligenza di basso livello sull’ambiente circostante. Anche se ci saranno dubbi legati alla privacy, alcuni saranno attenuate dal fatto che i dispositivi processeranno più informazioni a livello locale, senza doverle inviare nel cloud, grazie a nuovi chip che possono far funzionare il software d’intelligenza artificiale necessario al riconoscimento delle immagini.

7. I veicoli autonomi diventeranno discretamente una realtà

I veicoli autonomi hanno un ruolo chiave in questa febbre tecnologica. Da circa dieci anni le persone ne sentono parlare, anche se nessuno può ancora comprarli. D’altra parte, la tecnologia ha fatto enormi passi avanti e Waymo ha cominciando a offrire corse autonome su veicoli sprovvisti di autisti in carne ossa a Chandler, in Arizona, una città importante per i veicoli senza guidatore.

I produttori di auto tradizionali non cercheranno di vendere veicoli autonomi prima del 2020, ma offriranno funzionalità semiautonome. Questi cambiamenti meno eclatanti nell’esperienza di guida saranno accompagnati dagli sforzi di Waymo di rendere le auto che si guidano da sole più comuni. Forse nel prossimo anno ne sentirete meno parlare di meno, ma si avvicinerà il momento del loro lancio definitivo, almeno in alcune città.

8. Nasceranno movimenti sindacali legati alla gig economy

La maggior parte delle persone considera la gig economy – il modello economico basato su prestazioni lavorative temporanee – un disastro per i lavoratori. Le persone che lavorano all’altro capo delle app che usiamo comunemente spesso non sono in contatto tra loro e non si considerano un’unica classe di lavoratori. Ma lo scorso anno, nel corso della conferenza Cash, ho parlato con l’ex capo del Service employees international union (il sindacato internazionale dipendenti del settore servizi) Andy Stern, della possibilità, per i lavoratori della gig economy, di organizzarsi. Ne sono venuti fuori alcuni elementi interessanti.

Il primo è l’alto numero di lavoratori che potrebbero organizzarsi tramite alcune di queste app, anche solo in una città: un elemento molto allettante per le organizzazioni del lavoro. Invece di riunire cento persone in un deposito e organizzare un sindacato, ci potrebbero essere decine di migliaia di nuovi iscritti all’organizzazione. Il secondo è che alcune aziende della gig economy stanno guadagnando molto e questo dovrebbe rappresentare un elemento di attrazione poiché i sindacati potrebbero reclamare una fetta di questa torta. Esistono alcuni movimenti interessanti che stanno cercando di organizzare gli autisti di Uber a Seattle e New York, che potrebbero rappresentare un segnale per il futuro.

Questi non saranno gli unici temi del nuovo anno. Aspettatevi di sentire parlare molto anche di questi fenomeni: criptovalute come Bitcoin, realtà aumentata, produzione autonoma di chip da parte di molte aziende, frammentazione dell’internet globale, la morte della cosiddetta neutralità della rete, la questione della cibersicurezza e la tecnologia applicata alla marijuana. Nel 2018 terremo d’occhio anche questi fenomeni.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è stato pubblicato da The Atlantic.

This article was originally published on The Atlantic. Click here to view the original. © 2017. All rights reserved. Distributed by Tribune Content Agency.

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