15 aprile 2021 16:52

Questo testo è un estratto del libro “Immunità. Vaccini, virus e altre paure” (Luiss University Press 2021).

È difficile riuscire a leggere un qualsiasi resoconto storico sul vaiolo senza imbattersi nella parola sporco. Nel diciannovesimo secolo, il vaiolo era in larga misura considerato una malattia favorita dalla sporcizia, ragion per cui si supponeva che fosse perlopiù una malattia dei poveri.

Secondo la teoria miasmatica, un buon numero di malattie contagiose era causato dall’aria malsana, inquinata da escrementi o da materia in decomposizione. Le condizioni sanitarie dei poveri delle città rappresentavano una minaccia per la classe media, che serrava le finestre di casa per tenere fuori l’aria che esalava dai bassifondi. Si riteneva che lo sporco fosse responsabile non solo dei malanni, ma anche dell’immoralità. “Impura! Impura!” si lamenta l’eroina di Dracula quando scopre di essere stata morsa dal vampiro, e la sua disperazione riguarda il destino della propria anima quanto quello del proprio corpo.

La teoria miasmatica alla fine venne soppiantata da quella microbica, che costituisce un passo avanti nella comprensione della natura del contagio, anche se l’ipotesi fondata sullo sporco non era del tutto sbagliata o inutile. Il liquame grezzo che scorre per le strade senza dubbio può diffondere alcune malattie, benché il vaiolo non sia una di queste, e le misure d’igiene ispirate da questa teoria ridussero sensibilmente l’incidenza di colera, tifo e peste. Una delle più significative fu quella dell’acqua potabile. La deviazione del fiume Chicago, per esempio, progettata per non far arrivare il liquame rovesciato nelle sue acque direttamente nel lago Michigan, a cui la città attingeva per rifornirsi di acqua potabile, presentò evidenti benefici per i cittadini di Chicago.

Finché un bambino prende solo il latte materno ci si può godere l’illusione di un corpo che non è entrato in relazione con le impurità dell’agricoltura e dell’industria

Ora che è trascorso molto tempo dalla deviazione di quel fiume, le mamme che incontro sulle spiagge del lago Michigan non si danno più tanto pensiero dello sporco. La maggior parte di noi ritiene che la sporcizia faccia bene ai bambini, mentre alcune sono circospette nei confronti dell’erba nei parchi, che potrebbe essere stata trattata con sostanze chimiche tossiche. È molto comune tra le persone come me l’idea che le tossine, più dello sporco o dei germi, siano la causa ultima di molte patologie. Le tossine che ci preoccupano spaziano dai residui dei pesticidi allo sciroppo di mais con alti quantitativi di fruttosio, e tra le sostanze particolarmente sospette si annoverano il bisfenolo A che riveste l’interno delle nostre lattine, gli ftalati contenuti negli shampoo e il Tdcpp presente nei nostri divani e materassi.

Già prima della gravidanza avevo fatto qualche escursione nella tossicologia intuitiva, ma mi ci sono immersa a fondo solo con la nascita di mio figlio. Ho scoperto che fino a che un bambino prende solamente il latte materno ci si può godere l’illusione del sistema chiuso, di un corpo che non è ancora entrato in relazione con le impurità dell’agricoltura e dell’industria. Avvinta com’ero dal racconto del corpo incontaminato, mi ricordo di aver provato uno spasimo quando mio figlio ha bevuto l’acqua per la prima volta. “Impura! Impura!”, ha gridato la mia mente.

“Era troppo puro”, ha detto una mamma di Baltimora a proposito del figlio, che aveva sviluppato una forma di leucemia da neonato. La madre attribuiva la colpa della malattia agli inquinanti contenuti nei vaccini e biasimava se stessa per avere acconsentito a farlo vaccinare. I timori che la formaldeide presente nei vaccini provochi il cancro sono analoghi a quelli nei confronti del mercurio e dell’alluminio, in quanto si fondono in minuscoli aggregati della sostanza in questione, anche se comunque in quantità considerevolmente inferiori rispetto a quelle che si assorbono da altre comuni fonti di esposizione alla medesima sostanza. La formaldeide si trova nei gas di scarico delle automobili e nel fumo delle sigarette, così come nei sacchetti di carta o nei fazzoletti di carta, e viene rilasciata dalle cucine a gas e dai camini.

Molti vaccini contengono tracce della formaldeide impiegata per inattivare i virus e ciò può suscitare allarme in quelli di noi che associano la formaldeide alle rane morte conservate in vasi di vetro in laboratorio. In alte concentrazioni è sicuramente tossica, ma è un prodotto dei nostri corpi, essenziale per il nostro metabolismo, e la quantità che già circola nei nostri organismi è considerevolmente maggiore di quella che riceviamo con la vaccinazione. La stessa cosa vale per il mercurio, al quale un bambino quasi certamente sarà più esposto a causa dell’ambiente circostante piuttosto che per una vaccinazione. Questo è vero anche nel caso dell’alluminio, che viene utilizzato come coadiuvante nei vaccini per rafforzare la risposta immunitaria. L’alluminio si trova in un sacco di cose, compresi frutta e cereali, così come nel latte materno, che si rivela essere inquinato quanto il nostro ambiente in generale. Analisi di laboratorio del latte materno hanno riscontrato la presenza di diluenti, solventi per il lavaggio a secco, ignifughi, pesticidi e propellente per razzi.

La giornalista Florence Williams osserva: “La maggior parte di queste sostanze chimiche è presente in quantità microscopiche, ma se il latte materno venisse venduto al supermercato locale, alcune partite non soddisferebbero i livelli federali di sicurezza alimentare per i residui di Ddt e Pcb”.

È stata la passione per la purezza corporea a guidare il movimento dell’eugenetica

La definizione di tossina può suonare in qualche misura sorprendente, se ci si è abituati a sentire pronunciare questa parola all’interno di un contesto di ignifughi e di parabeni. Sebbene oggi il termine tossina venga spesso usato in riferimento a sostanze chimiche artificiali, il suo significato più preciso è tuttora riservato ai veleni di origine biologica. La tossina della pertosse, per esempio, è responsabile di danni ai polmoni che possono far durare una tosse convulsa per mesi dopo che i batteri che ne sono all’origine sono stati uccisi dagli antibiotici. La tossina della difterite è un veleno abbastanza potente da causare forti insufficienze degli organi, e il tetano produce una neurotossina letale. La vaccinazione oggi ci protegge da tutte queste tossine.

Tossoide è il termine che si usa per una tossina che è stata detossificata; l’esistenza però di una classe di vaccini detti tossoidi probabilmente non aiuta a placare le diffuse inquietudini riguardo al fatto che la vaccinazione sia fonte di tossicità. La “paladina dei consumatori” Barbara Loe Fischer alimenta regolarmente simili paure, riferendosi ai vaccini come a “sostanze biologiche di ignota tossicità” e invocando conservanti non tossici e ulteriori studi sulla “tossicità di tutti gli altri additivi dei vaccini” e i loro potenziali “effetti tossici cumulativi”.

La tossicità di cui parla resta inafferrabile, nel suo passare dai componenti biologici dei vaccini ai loro conservanti, quindi a una questione di accumulazione che concerne non solo i vaccini, ma anche la tossicità derivante dall’ambiente in genere. In un contesto simile la paura della tossicità mi pare un’antica ansia ribattezzata con un nuovo nome. Se un tempo la parola sporco, con quella sua aura moralistica, faceva pensare ai peccati della carne, oggi il termine tossico è una condanna dei mali chimici del nostro mondo industrializzato.

Questo non vuol dire che le preoccupazioni riguardo all’inquinamento ambientale non siano giustificate – proprio come la teoria miasmatica, anche quella della tossicità è ancorata a pericoli reali – ma che il modo in cui pensiamo alla tossicità assomiglia un po’ a quello con cui una volta si ragionava riguardo allo sporco. Entrambe le teorie consentono ai loro sostenitori di pensare di avere sotto controllo la propria salute perseguendo la purezza personale. Per chi prestava fede alla teoria miasmatica significava ritirarsi in casa, dove pesanti tende e persiane potessero chiudere ermeticamente fuori l’odore dei poveri e i loro problemi. La versione contemporanea delle persiane serrate consiste nell’acquisto di acqua purificata, di depuratori d’aria e di cibo che promette di essere incontaminato.

La purezza, specialmente quella del corpo, è il concetto apparentemente innocente che sta dietro ad alcune delle più scellerate misure sociali del secolo scorso. È stata la passione per la purezza corporea a guidare il movimento dell’eugenetica, che ha condotto alla sterilizzazione di donne cieche, nere o povere. Preoccupazioni per la purezza corporea stavano dietro alle leggi sui matrimoni misti, che sopravvissero ben oltre un secolo dopo l’abolizione della schiavitù, e dietro alle leggi sulla sodomia, che solo di recente sono state dichiarate incostituzionali. Parecchia solidarietà umana è stata sacrificata in nome della preservazione di una presunta purezza.

Se ancora non sappiamo che cosa esattamente possa significare per la salute dei nostri figli la presenza di una vasta gamma di sostanze chimiche nel sangue del cordone ombelicale e nel latte materno, almeno sappiamo di non essere, perfino alla nascita, più puliti del nostro ambiente. Nasciamo tutti già inquinati. Nelle nostre viscere abbiamo un numero di microorganismi maggiore di quello delle cellule del nostro corpo: gattoniamo con i batteri e siamo pieni di sostanze chimiche. Detto in altre parole, siamo in continuità con tutto ciò che c’è su questa terra. Compresi, e in modo particolare, gli altri.

(Traduzione di Albertine Cerruti)

Questo testo è un estratto del libro “Immunità. Vaccini, virus e altre paure” (Luiss University Press 2021).

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