07 maggio 2021 16:41
  • Il governo degli Stati Uniti ha annunciato, tramite la rappresentante per il commercio estero Katherine Tai, di appoggiare la sospensione dei brevetti sui vaccini contro il covid-19 per facilitarne la produzione e la distribuzione nel mondo. Le reazioni politiche e la contrarietà delle case farmaceutiche sono state immediate. Il vertice sociale del consiglio europeo, che si riunirà in Portogallo tra il 7 e l’8 maggio, ne discuterà alla luce di quanto detto dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen: “La nostra priorità è aumentare la produzione per realizzare la vaccinazione globale. Allo stesso tempo siamo aperti a discutere di qualsiasi soluzione efficace e pragmatica. In questo contesto siamo pronti a valutare come la proposta degli Stati Uniti possa aiutare a realizzare questo obiettivo. Nel breve periodo chiediamo a tutti i paesi produttori di permettere immediatamente esportazioni ed evitare misure che perturbino la catena di approvvigionamento”. La posizione statunitense incontrerà probabilmente il favore dell’Italia e della Francia, ma ha già ricevuto il no della Germania annunciato dalla cancelliera Merkel. “Gli Stati Uniti hanno operato un drastico spostamento in favore di misure della sanità pubblica”, osserva il ricercatore di sanità globale Matthew Kavanagh. Ma la sospensione dei brevetti sarebbe solo il primo di tre passaggi necessari per accelerare la produzione e la somministrazione, spiega Rachel Cohen, direttrice dell’ong statunitense Drugs and neglected diseases. “Prima è necessario rimuovere gli ostacoli dei brevetti, poi è necessario trasferire le competenze per produrli e infine serve un massiccio investimento nella capacità di fabbricarli”. L’annuncio degli Stati Uniti arriva da uno dei paesi più influenti dell’Organizzazione mondiale commercio (Wto), che nel suo Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale (Trips) prevede la possibilità di deroga in casi di interesse generale, come quello posto dalla pandemia, ed è stato accolto con favore dalla nuova direttrice della Wto, Ngozi Okonjo-Iweala. E arriva anche dopo che, a marzo, le maggiori potenze nella Wto – Stati Uniti, Canada, l’intera Unione europea e il Regno Unito – si erano opposte in blocco all’originaria richiesta avanzata in ottobre dall’India e dal Sudafrica e supportata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Alla sospensione dei brevetti si è detto favorevole anche il presidente russo Vladimir Putin. Secondo Pauline Londeix, cofondatrice dell’Osservatorio francese sulla trasparenza delle politiche sanitarie (Otmeds), intervistata da Mediapart, la decisione statunitense è “storica” anche se manca ancora una vera strategia di sanità mondiale. Come sottolinea Dharshini David sulla Bbc, “ora le discussioni continueranno in seno alla Wto, che prende le sue decisioni attraverso il metodo del consenso e non votando a maggioranza. Senza il consenso di paesi chiave, i negoziati potrebbero rimanere in stallo ancora a lungo. Ma si potrebbe aprire la strada a un compromesso sull’aumento della produzione delle dosi. Resta da vedere quando accadrà e quanto durerà l’accordo su questo punto”.
  • Nel mondo scientifico aumentano le richieste di condividere su database aperti il sequenziamento del genoma del sars-cov-2. Ma c’è chi spiega che la condivisione illimitata dei dati danneggerebbe chi li fornisce e metterebbe in pericolo gli sforzi fatti, particolarmente nei paesi dove sono scarse le risorse destinate alla ricerca. I timori di un uso non equo dei dati sono amplificati dal fatto che solo lo 0,3 per cento dei vaccini anticovid finora ha raggiunto i paesi poveri. “Immaginiamo i ricercatori in paesi africani che contribuiscono al database per lo sviluppo o l’aggiornamento dei vaccini e poi non hanno accesso a quei vaccini”, osserva il microbiologo Christian Happi che lavora in Nigeria. “Sarebbe davvero demoralizzante”.
  • Aumentano i casi di covid nel campo profughi di Mavrovouni sull’isola greca di Lesbo, dove sono circa trenta le infezioni registrate negli ultimi giorni e almeno cento le persone messe in quarantena tra le circa seimila che vivono in condizioni inumane e non sono autorizzate a uscire dal campo se non per un tempo limitatissimo. La vaccinazione tra i migranti è cominciata recentemente, ma tra di loro c’è chi rifiuta il vaccino per protestare contro le condizioni di vita nel campo.
  • La Svezia dall’inizio della pandemia ha superato il milione di casi, pari al 9,85 per cento della popolazione. In Europa questa percentuale è stata raggiunta dal Montenegro, dalla Repubblica Ceca, dalla Slovenia e dal Lussemburgo. Secondo l’Oms, con 700 nuovi casi ogni centomila abitanti la Svezia è seconda solo a Cipro per numero di nuovi casi. Fortunatamente il numero dei decessi cresce più lentamente: negli ultimi sette giorni sono stati 156, portando il totale a 14.158 morti, in media con il resto d’Europa, ma molto al di sopra dei vicini nordici come la Finlandia, la Norvegia e la Danimarca. Anche le statistiche sulla sovramortalità mostrano che in Svezia è inferiore alla media europea nel 2020. La Svezia si è distinta per l’assenza di misure di confinamento e per una strategia basata su raccomandazioni invece che su misure coercitive, con un uso molto limitato delle mascherine nei luoghi pubblici. Visti i confinamenti imposti in Europa, ha riacquistato credito la strategia svedese presentata come una “maratona” che vuole tenere in conto lo stato psicologico e sanitario della società nel suo insieme.
  • Nelle Filippine, dove i casi sono in pericoloso aumento, il presidente Rodrigo Duterte ha ordinato alla polizia di arrestare chi non indossa correttamente la mascherina, o la tiene sotto il naso. Duterte ha lanciato questa direttiva dopo una riunione del suo gruppo di lavoro sul covid-19, in un video trasmesso dalla presidenza che mostra tutte le persone con la mascherina, tranne lo stesso Duterte. L’associazione per i diritti umani Karapatan ha denunciato la direttiva come “non scientifica e inefficace”, oltre a un “uso sproporzionato della forza”, spiegando che “il sovraffollamento dei centri di detenzione in condizioni disumane mette già a rischio la vita della popolazione in carcere, e aggiungere altre centinaia di persone per chiuderle in luoghi dove è impossibile rispettare il distanziamento fisico non farà altro che facilitare la diffusione di malattie contagiose come il covid-19”. Nelle Filippine i contagi dall’inizio della pandemia sono più di un milione e i decessi sono stati finora circa 18mila.
  • In Giappone rischiano di restare inutilizzate milioni di dosi di vaccino, scrive Rocky Swift dell’agenzia Reuters, mentre il paese si appresta ad autorizzare l’uso di altri due sieri anticovid e la campagna di immunizzazione procede piuttosto lentamente. Fino alla fine di aprile sono stati importati 28 milioni di dosi del farmaco della Pfizer, ma ne è stato usato solo il 15 per cento, lasciando 24 milioni di dosi nei congelatori. Nel paese è stato vaccinato il 2,2 per cento della popolazione, ma il governo ha l’obiettivo di immunizzare 36 milioni di persone anziane entro luglio. Per farlo sarebbe necessario somministrare 800mila dosi al giorno, secondo un gruppo di imprenditori che stanno facendo pressione sul governo per accelerare la campagna, più del doppio di quanto si è riusciti a fare finora. Il ministro incaricato della campagna, Taro Kono, ha dichiarato che ci sono stati degli intoppi nel sistema di prenotazioni e che le richieste nelle grandi città sono superiori alle disponibilità. “Tutti stanno facendo il possibile”, ha detto Kono ai giornalisti, “per cui chiedo alle persone di evitare il più possibile di lamentarsi”.
  • Il governo prorogherà oltre l’11 maggio lo stato di emergenza nella prefettura di Tokyo e in altre tre confinanti. Il ministro dell’economia, Yasutoshi Nishimura, ha ammesso che le misure introdotte alla fine di aprile non sono state sufficienti ad arginare l’aumento delle infezioni a sufficienza prima delle Olimpiadi in programma per luglio.
  • Con la riapertura di bar e ristoranti tornano le consumazioni ai tavoli all’aperto, ma l’avvertenza è di prestare sempre attenzione, afferma Babak Javid, specialista di malattie infettive dell’università della California di San Francisco. “Sono situazioni in cui si parla a voce alta, si tende ad avvicinarsi alle altre persone e a non usare la mascherina”. Anche in queste situazioni, dunque ci può essere il rischio di entrare in contatto con l’aerosol di una persona infetta prima che le famigerate goccioline si disperdano nell’aria. “La distanza tra le persone è il fattore più importante, anche all’aperto, in particolare quando si mangia e si beve, e dunque non si indossa la mascherina”, conclude Julian Tang, specialista di virus respiratori all’università britannica di Leicester.
  • “Per mesi, epidemiologi, virologi, immunologi ed esperti di salute pubblica hanno lanciato continui allarmi sul fatto che la lotta al coronavirus non era finita, che servivano più dati e misure di precauzione più stringenti. Ma non sono stati ascoltati”, scrive la giornalista scientifica T.V. Padma su Nature, affermando che gli allarmi del mondo scientifico sono stati ignorati perché erano in contrasto con le affermazioni del governo indiano, secondo cui la pandemia era sotto controllo.
  • In India, secondo i dati del ministero della sanità il 7 maggio sono stati riportati 414.188 nuovi casi e 3.915 nuovi decessi. Il totale dei contagi dall’inizio della pandemia ha superato i 21 milioni, e i morti sono 234mila. In una settimana, ci sono stati 1,57 milioni di contagi e 15.100 morti, secondo i dati del ministero della sanità.
  • L’Organizzazione mondiale della sanità sta valutando l’autorizzazione per l’uso di emergenza di due vaccini anticovid prodotti in Cina, uno prodotto dall’azienda statale Sinopharm e l’altro dall’azienda privata Sinovac. L’uso dei due farmaci è stato già approvato in più di 45 paesi nel mondo, ma riguardo alla loro efficacia restano ancora molti dubbi e sono scarsi i dati pubblicati delle loro sperimentazioni. Se arrivasse, l’autorizzazione dell’Oms permetterebbe di aumentare la distribuzione dei sieri nei paesi a basso reddito attraverso il meccanismo del Covax.
  • La Danimarca ha allentato alcune restrizioni introducendo un “coronapass” che dal 6 maggio permette il rientro in cinema, palestre e e teatri
  • Nel Regno Unito, il chief medical officer ed epidemiologo Chris Whitty, ha affermato che è improbabile che il covid-19 sarà mai eradicato e che le prospettive per la pandemia rimangono “piuttosto fosche” a medio termine.
  • L’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato l’allarme di una nuova ondata di infezioni in Africa dovuta ai ritardi nella consegna dei vaccini prodotti dal Serum institute in India, alle difficoltà nelle campagne di vaccinazione – dei 37 milioni di dosi consegnate nei paesi africani ne è stata somministrata solo la metà, pari all’1 per cento della quota mondiale – e alla diffusione delle nuove varianti del sars-cov-2, in particolare quelle scoperte in India e in Sudafrica.
  • Negli Stati Uniti sono state somministrate quasi 252 milioni di dosi di vaccini anticovid e ne sono state distribuite più di 324 milioni, hanno reso noto il 6 maggio i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie.
  • In Brasile il 6 maggio i nuovi contagi, secondo Worldometers, sono stati 72.559, e il totale ha superato i 15 milioni di casi.
  • A mano a mano che aumentano le persone vaccinate, il mondo della scienza e della sanità si interroga su quanto le società umane siano in grado di sopportare la convivenza con il virus e quale livello di rischio sono disposte a gestire. In alcuni paesi, come l’Australia e la Nuova Zelanda, le misure adottate in risposta all’infezione sono rapide e rigorose, ma non possono essere sopportate all’infinito. L’epidemiologo James McCaw, consigliere del governo australiano ha dichiarato: “Dobbiamo accettare il fatto che in futuro le persone si infetteranno, andranno all’ospedale e moriranno di covid-19”. Ogni paese stabilirà le sue soglie di accettazione del rischio, osserva Sylvie Briand, direttrice della gestione del rischio infettivo presso l’Oms.
  • Nel Regno Unito chi ha meno di 40 anni potrà scegliere, a scopo cautelativo, un vaccino diverso da quello dell’AstraZeneca. Le autorità sanitarie hanno ribadito che il rapporto rischi benefici nell’uso del vaccino dell’AstraZeneca è più favorevole nelle persone anziane, mentre va valutato con più attenzione in quelle più giovani che tendono a sviluppare forme meno gravi di covid-19. Fino al 28 aprile l’agenzia del farmaco britannica (Mhra) ha ricevuto 242 segnalazioni di coaguli di sangue accompagnati da un abbassamento delle piastrine, tutti in persone che hanno ricevuto l’AstraZeneca, su circa 28,5 milioni di dosi somministrate. I casi sono stati segnalati in 141 donne e cento uomini tra i 18 e i 93 anni, con 49 morti, pari al 20 per cento delle segnalazioni, Sei decessi sono stati segnalati dopo la somministrazione della seconda dose.
  • Negli Stati Uniti, la casa farmaceutica Pfizer è impegnata a far approvare in settembre il vaccino anticovid per i bambini fino a due anni, scrive il New York Times.
  • L’uso ripetuto di prodotti igienizzanti durante la pandemia ha fatto aumentare i casi di dermatiti alle mani, secondo una ricerca condotta dal Father Muller Medical College, in India.

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