14 novembre 2014 16:51

Il 12 novembre sei grandi banche – le britanniche Hsbc e Royal Bank of Scotland, la svizzera Ubs e le statunitensi Jp Morgan Chase, Citibank e Bank of America – sono state multate per 4,3 miliardi di dollari dalle autorità del Regno Unito e degli Stati Uniti per aver cercato di manipolare il mercato dei cambi monetari.

Da tempo sul settore piovono multe miliardarie a causa dei numerosi scandali legati alla crisi. Dopo il 2008 quella del banchiere è diventata l’attività più odiata dall’opinione pubblica. I grandi istituti sono finiti nel mirino dei legislatori e delle autorità di vigilanza, che cercano (senza riuscirci sempre) di introdurre più regole e controlli e impongono aumenti di capitale per evitare che in futuro altri crolli siano pagati dal contribuente.

Se la crisi ha distrutto l’immagine delle banche, il mondo che sta emergendo potrebbe metterne in discussione il ruolo. Le nuove forme di finanziamento online come il crowdfunding e i prestiti peer to peer, per esempio, permettono di saltare l’intervento della banca. Ci sono addirittura aziende che si sostituiscono alle banche, come il colosso cinese dell’e-commerce Alibaba.

La finanza online, inoltre, fa parte di un insieme di istituzioni finanziarie parallele, le cosiddette banche ombra, in cui rientrano anche grandi fondi d’investimento. Come spiega il sito svizzero Watson, si tratta di molto più di una moda: “Dal 2008 negli Stati Uniti la quota di aziende che coprono il fabbisogno finanziario con il credito bancario è scesa dal 50 al 36 per cento”.

Le vecchie banche sono messe in discussione, ma ne emergono altre in forme diverse, perché l’economia avrà comunque bisogno di prestiti. Le regole del futuro sistema finanziario dovranno tener conto di questi nuovi operatori, cercando di impedire anche a loro di creare quegli strumenti finanziari che hanno scatenato l’ultima crisi.

Un tentativo di dare una risposta al problema arriva dalla Svizzera, dov’è stata lanciata l’iniziativa popolare Moneta intera, che mira a garantire alla banca centrale il diritto di creare non solo banconote e monete, ma anche il denaro elettronico, in modo che le banche possano solo prestare il denaro che gli è stato messo a disposizione, senza creare oscuri strumenti finanziari e “rimettendo la finanza al servizio dell’economia reale e della società”.

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