23 febbraio 2012 00:00

Il dolore per la perdita di una persona cara può causare un infarto?

Una nuova ricerca conferma quello che i medici sospettavano da tempo: la cosiddetta sindrome del cuore infranto è reale. Lo studio, pubblicato su Circulation, ha rivelato che il rischio d’infarto è 21 volte più alto del normale il giorno dopo la morte di una persona cara. Con il tempo il rischio diminuisce, ma nel primo mese rimane elevato. Nella prima settimana successiva alla perdita, per esempio, il rischio è sei volte più alto del normale. Anche altri studi hanno rilevato rischi maggiori d’infarto e morte nelle settimane e nei mesi successivi alla perdita di un coniuge, un figlio o un’altra persona cara, ma il nuovo studio è la prima analisi sistematica dell’effetto immediato.

I ricercatori hanno intervistato quasi duemila ricoverati per infarto nell’arco di cinque anni controllandone variabili come salute e precedenti del disturbo. Chi aveva fattori di rischio d’infarto pregressi era più vulnerabile, ma le probabilità aumentavano anche in chi non aveva un passato del disturbo. Il lutto può causare depressione, rabbia e ansia, in grado di far aumentare ritmo cardiaco, pressione e coagulazione.

Conclusioni Perdere una persona cara fa aumentare il rischio d’infarto.

Internazionale, numero 937, 24 febbraio 2012

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