05 novembre 2012 15:11

Oggi vi propongo un piccolo esperimento sull’attenzione selettiva applicata al dibattito politico nazionale. Vi va di farlo? Siete pronti?

Per cominciare, vorrei richiamare la vostra attenzione sulle righe che state leggendo.

Come ricorda, con molti altri, il recente premio Nobel Daniel Kahneman, il cervello umano è in grado di elaborare contemporaneamente un numero limitato di informazioni. Del resto, già negli anni cinquanta George Miller afferma che la nostra memoria a breve termine può trattenere contemporaneamente pochi

chunk, cioè “pezzi” di informazione: per l’esattezza, 7 più o meno 2, cioè da cinque a nove chunk.

Nel momento in cui decidete di prestare attenzione a questo testo, il vostro campo visivo si restringe escludendo tutto quanto sta ai bordi ed è un elemento di disturbo, il vostro cervello si focalizza sull’interpretazione dello stimolo visivo costituito dalle righe di caratteri neri sul fondo bianco che vedete sullo schermo e i vostri neuroni cortocircuitano a velocità pazzesca una quantità di dati che integrandosi istantaneamente formano nella vostra mente il senso di ciò che state guardando. Se aguzzate le vostre orecchie interiori, potreste perfino sentire una specie di voce che viene da qualche parte, “vi dice” le frasi mentre le leggete e ne fa risuonare il senso in voi.

Mentre siete così assorti, è probabile che non abbiate fatto caso alla sensazione che intanto vi trasmette la vostra lingua, che se ne sta accoccolata nel cavo orale, o ai rumori grandi o piccoli che vengono dall’ambiente che vi circonda. E sono piuttosto certa che abbiate del tutto rimosso dalla vostra consapevolezza il fatto di avere un peso e di stare, grazie alla forza di gravità, incollati alla superficie di un pianeta azzurro di modeste dimensioni che ruota intorno al suo sole, ai bordi di una dei miliardi di galassie nell’universo.

Quello che avete fatto focalizzandovi intenzionalmente sulle righe che vedete su questo schermo, ed escludendo il resto, si chiama attenzione selettiva: consiste proprio nello scegliere (e nell’interpretare) alcuni degli stimoli e dei dati disponibili trascurandone altri. È un processo che attiviamo continuamente per non essere sovrastati e travolti, a livello cognitivo, dalla massa di sollecitazioni che istante per istante colpiscono il nostro sistema sensoriale. E a quali diamo retta? Alle più intense. Alle più affini ai nostri bisogni del momento e alla nostra esperienza. O a quelle a cui sappiamo di dover prestare attenzione.

L’esperimento più noto riguardante l’attenzione selettiva è stato compiuto da Simons e Chabris nel 1999. Qui c’è un breve, sorprendente video (meno di un minuto e mezzo). Guardatelo contando quanti passaggi di palla avvengono tra i giocatori con la maglietta bianca. Per favore, guardate il video prima di continuare a leggere.

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Simons e Chabris dicono che circa il 50 per cento delle persone che vedono il video è così focalizzato sul compito di contare i passaggi da non notare, chiamiamolo così, l’elemento imprevisto della scena. Se il video vi è sembrato curioso, eccovene un altro, altrettanto sorprendente, sullo stesso tema.

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E siamo arrivati al punto: ora vi invito a guardare il prossimo tg esattamente come se fosse il video dell’esperimento di Simons e Chabris, del quale però adesso conoscete la chiave.

È più che probabile che la parte riservata alla politica interna riguardi gli intricati passaggi di palla che avvengono quotidianamente tra i player nazionali, oltretutto suddivisi in ben più di due squadre. Mentre il conduttore li illustra a uno a uno, e facendo questo orienta fatalmente l’attenzione selettiva degli spettatori sui dettagli del gioco, voi provate a chiedervi se per caso non sta passando di lì un “gorilla”: un fatto macroscopico che tutti stanno ignorando (io ne avrei in mente almeno un paio). Se vi sembra di vederlo, provate a dire che aspetto ha, e qual è il suo nome.

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