28 marzo 2018 11:52

Tra gli occidentali e la Russia la crisi è appena cominciata. Entro giovedì sera Mosca annuncerà la sua risposta all’espulsione di circa centoventi diplomatici da parte di 27 paesi della Nato, decisa per punire il tentato omicidio nel Regno Unito di un ex agente russo e di sua figlia con l’utilizzo di un’arma chimica.

L’occidente non aveva mai reagito in modo così coordinato a una violazione di questo tipo. Naturalmente la Russia si prepara a rispondere con la stessa moneta. Probabilmente andrà anche oltre, nel tentativo di dimostrare che non si lascia intimidire. La tensione diplomatica sta aumentando proprio nel momento in cui abbiamo scoperto che i soldati americani e i mercenari inviati in Siria da Mosca hanno rischiato la settimana scorsa di affrontarsi nuovamente dopo averlo fatto a febbraio, uno scontro che ha provocato un centinaio di vittime tra i russi.

La tensione, dunque, non è soltanto diplomatica, ma anche militare, ed è talmente fuori controllo che è arrivato il momento di cercare di ridurla. Potrebbe provarci la Francia, perché la storia e il gaullismo hanno creato legami speciali tra Parigi e Mosca e perché Emmanuel Macron è comunque nella condizione di proporre un grande compromesso al Cremlino.

Putin alimenta la destabilizzazione scommettendo sull’allontanamento degli Stati Uniti dall’Unione europea

Insieme a Londra e Berlino, il presidente francese ha deciso di procedere all’espulsione dei diplomatici russi, perché bisognava far capire a Putin che ha superato il limite. Il presidente russo ha organizzato in Crimea la prima annessione territoriale in Europa dopo la fine dell’ultima guerra. Mosca sta prolungando in Ucraina orientale un conflitto gravissimo, insanguinando al contempo il Medio Oriente appoggiando Bashar al Assad e l’avanzata militare dell’Iran in tutta la regione. Per non parlare della manipolazione delle presidenziali americane. Putin alimenta la destabilizzazione scommettendo sull’allontanamento degli Stati Uniti dall’Unione europea.

A questo punto è assolutamente necessario abbassare i toni. Prima di arrivare a un vero scontro frontale che naturalmente bisogna evitare a tutti i costi, la Francia dovrebbe e potrebbe pubblicamente proporre alla Russia l’apertura di un negoziato euro-russo su un accordo di sicurezza e cooperazione tra i due pilastri del continente.

Se nel 1975 gli occidentali e l’Urss sono riusciti a farlo con gli accordi di Helsinki allora è possibile rifarlo oggi. Tra l’altro, con una proposta simile, la Francia troverebbe un grande seguito nell’Unione e senza dubbio permetterebbe a Putin di uscire dall’impasse in cui si è cacciato.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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