26 novembre 2009 00:00

È diventata una mania in tutte le città del mondo “sviluppato” e anche in alcune città del mondo “in via di sviluppo”. Più che una moda, una modalità di presentazione di immagini che, a forza di ripetersi, si è completamente svuotata del senso originario.

Tutto è cominciato quando Robert Delpire ha installato le foto della mostra La terre vue du ciel di Yann Arthus-Bertrand sulle cancellate del Jardin du Luxembourg a Parigi. Il successo è stato immediato, all’altezza della qualità delle immagini, facili ed efficaci. In quel progetto c’era coerenza e l’idea di proporre gratuitamente a un gran numero di persone, all’aperto, immagini in armonia con il loro supporto.

Dalla proposta “popolare”, si è passati al “populismo” e poi, con una terrificante mancanza di rigore, al qualunquismo. Oggi non c’è più nessuna “cancellata” che riesce a scappare da quella che è diventata una regola. Sono diventate strutture all’aperto, spesso ridicolizzate da mostruose false cornici che, in termini di immagine, possono accogliere qualsiasi cosa.

Immagini per celebrare il compleanno di una rivista, vecchie foto che raccontano la storia del quartiere, fiori, cascate e cieli blu con il pretesto di salvaguardare la natura, e mille altre scempiaggini. Fino alla nausea. Fino al non senso. Gli autori andrebbero multati con l’accusa di inquinamento visivo.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it