26 aprile 2012 00:00

Da sempre gli articoli che presentano una mostra d’arte sono accompagnati dalla riproduzione di un’opera in esposizione. Da un po’ di tempo, però, come se all’improvviso ci si fosse resi conto che l’allestimento è sempre più fondamentale, si preferisce prendere delle visioni panoramiche di una sala. E, andando oltre, sempre più spesso si mostrano dei visitatori davanti a un’opera. Il genere non è nuovo e nel corso degli anni ha prodotto immagini che tendevano all’assurdo o perfino al comico. Ma ora un nuovo elemento si affaccia prepotentemente all’orizzonte: lo smart­phone.

Durante i concerti, nonostante i divieti, si vedono spesso dei flash balenare tra la folla. L’attualità sempre più spesso fa ricorso a immagini realizzate con gli smartphone privilegiando l’immediatezza rispetto alla qualità. Di recente Charles Platiau, della Reuters, ha scattato una foto alla mostra Degas et le nu (abbondante ai limiti del noioso), allestita al Musée d’Orsay di Parigi. Un visitatore riprende con il suo smartphone una donna che fa il bagno in uno dei tanti quadri in mostra. Viene da chiedersi perché. Per ricordo? Per vantarsi con gli amici? Per avere l’illusione di possedere una riproduzione (di scarsa qualità) del quadro? O magari per provare una funzione del suo telefono? Di solito alle mostre è vietato scattare foto e gli apparecchi vanno lasciati all’ingresso. Presto toccherà ai telefoni. Poco male.

Internazionale, numero 946, 26 aprile 2012

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