28 giugno 2012 00:00

In Francia tutto è “normale”, come ha detto il presidente. Compresa la sua immagine e quella della sua compagna, che ha voluto restare a lavorare come giornalista a Paris Match. Si è chiacchierato molto sul ritratto ufficiale di François Hollande, firmato da Raymond Depardon. Un ritratto semplice, senza effetti: “banale” o, come ha detto un disegnatore satirico, “normalmente insipido”. Comunque la vera novità non è questa ma la nomina voluta proprio da madame Valérie Trierweiler di un fotografo ufficiale dell’Eliseo. Si può immaginare che Stéphane Ruet (questo è il suo nome) sia stato designato in quel ruolo per i servigi resi alla causa.

E infatti, nel 2002, aveva seguito i sessanta giorni della disastrosa campagna di Lionel Jospin, a cui ha poi dedicato un libro in bianco e nero. Lo stesso è avvenuto con la campagna di Hollande. Le didascalie delle foto selezionate sono state scritte dalla compagna del presidente, che non si è dimenticata di regolare qualche conto. Nessuno, a quanto pare, vuole usare il termine di “fotografo ufficiale”. Ma tutto questo ha un modello ben preciso: il formidabile fotografo ufficiale di Obama, Pete Souza, che ha contribuito in modo decisivo alla creazione di un immaginario sul primo storico mandato del presidente statunitense. Non ci resta che attendere le icone ufficiali, e non per forza “normali”, delle relazioni tra François Hollande e Angela Merkel.

Internazionale, numero 955, 29 giugno 2012

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