08 aprile 2016 20:21

Bob Dylan, Melancholy mood
Ormai a fare il crooner Bob Dylan ci ha proprio preso gusto. Dopo aver pubblicato nel 2015 Shadows in the night, accolto in modo trionfale da buona parte della critica mondiale, il cantautore di Duluth è pronto a pubblicare un altro album di canzoni estratte dal repertorio di Frank Sinatra. Il nuovo disco si intitola Fallen angels e raccoglie canzoni di autori come Johnny Mercer, Harold Arlen, Sammy Cahn e Carolyn Leigh. Uscirà il 20 maggio. L’antipasto è questa Melancholy mood, lato b del singolo d’esordio di Frank Sinatra From the bottom of my heart, pubblicato nel 1939.

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Paul Simon, Wristband
Paul Simon, quello di Simon & Garfunkel ma anche di Graceland, ha annunciato che il 3 giugno pubblicherà il suo nuovo album, intitolato Stranger to stranger. È il suo primo disco da So Beautiful or so what, uscito nel 2011. Stranger to stranger, stando a Simon, è un disco sperimentale e incentrato sul ritmo. Tra gli ospiti, oltre a un gruppo di flamenco, c’è l’italiano Clap! Clap!, che ha contribuito alla registrazione di alcuni brani, tra i quali il primo singolo Wristband.

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Explosions in the Sky, Disintegration anxiety
Il 1 aprile è uscito The wilderness, il sesto album degli Explosions in the Sky, storico gruppo post-rock texano. Il disco è bello. E questo brano, suonato recentemente nella trasmissione televisiva Colbert report, è uno dei pezzi migliori. La band statunitense, molto consigliata dal vivo, sarà in tour in Italia a maggio e sarà uno dei nomi di punta del Primavera sound di Barcellona.

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Tim Hecker, Castrati stack
La musica di Tim Hecker, canadese trapiantato a Los Angeles, è un’elettronica piuttosto eterea, ma non priva di elementi disturbanti. Nel suo nuovo album Love streams, il primo uscito per la storica etichetta 4AD, ha collaborato con gli islandesi Icelandic choir ensemble, includendo delle parti cantate nei suoi brani per la prima volta nella sua carriera. La bravura di Hecker sta nel trattare le voci come uno strumento, manipolandole e distorcendole fino a creare una specie di coro liturgico postmoderno.

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Jack White, Sugar never tasted so good
L’anno scorso Jack White ha fatto una cosa bizzarra: un tour acustico nei cinque stati degli Stati Uniti dove non si era mai esibito: North Dakota, South Dakota, Wyoming, Idaho e Alaska. Ogni concerto veniva annunciato solo poche ore prima e i biglietti erano disponibili solo al botteghino, a 3 dollari l’uno. Chi non è riuscito ad andare ai concerti (la stragrande maggioranza di noi, penso), può consolarsi con il nuovo cofanetto pubblicato dalla Third man records, la casa discografica di Jack White. Si tratta di un dvd e un disco dal vivo, tratti dai due show in Idaho e in Alaska. Le versioni acustiche funzionano bene: per esempio Sugar never tasted so good, pubblicata per la prima volta nel 1999 nel disco d’esordio dei White Stripes.

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