02 giugno 2011 00:00

Alessandro Portelli, America profonda

Donzelli, 536 pagine, 35 euro

Gli archeologi sanno che la successione degli strati è spesso più interessante dei singoli oggetti che si possono trovare in uno scavo. L’analisi stratigrafica fa capire come un certo luogo si è evoluto nel corso del tempo, come le strutture più profonde e antiche hanno condizionato quelle più recenti, come il passato ha plasmato un presente diverso. Con questo libro Alessandro Portelli, storico esperto di cultura americana, applica lo stesso metodo alla storia orale, scavando nei racconti delle persone. Il sito scelto è Harlan County, sui monti Appalachi del Kentucky, che Portelli visita regolarmente da quarant’anni, osservando gli abitanti e soprattutto parlandoci.

Tantissimi brani di interviste alternati a note di spiegazione permettono di seguire la storia di questo paese – che oggi cerca di superare la crisi sociale in cui versa – dall’epoca della sua fondazione attraverso la lunga stagione dello sfruttamento delle miniere e dei minatori, che nel ritornello della canzone Sixteen tons cantavano: “Carichi 16 tonnellate e cosa ottieni? Un altro giorno più vecchio e più indebitato”. Dei minatori si raccontano la vita, le malattie, il sindacato, le battaglie e la dura repressione. Scavando con passione ed empatia, Portelli tira fuori un’America nascosta dove l’acqua è rossa per gli acidi che vi scorrono e, nelle chiese, i pastori maneggiano serpenti velenosi.

Internazionale, numero 900, 2 giugno 2011

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