22 luglio 2021 12:12

“Lasciate che i cadaveri si accatastino a migliaia”, aveva detto sbottando Boris Johnson nel suo ufficio privato, ma la porta era aperta e molti testimoni l’hanno sentito. È successo lo scorso ottobre, quando la seconda ondata di covid-19 stava accelerando ma il primo ministro britannico era determinato a non reintrodurre limitazioni come le mascherine o l’autoisolamento alla popolazione.

I cadaveri si sono accatastati fino a raggiungere altezze notevoli: a decine di migliaia, per essere precisi. Nei cinque mesi tra il novembre 2020 e il marzo 2021, il covid-19 ha ucciso 86.049 cittadini britannici, la maggior parte dei quali sarebbe probabilmente ancora viva se il governo di Johnson avesse adottato un approccio più corrente sui lockdown.

Imperterrito, Johnson si sta comportando allo stesso modo. Il 19 luglio, con un numero di nuovi casi di covid-19 che supera i cinquantamila al giorno e raddoppia ogni due settimane, Johnson ha annunciato la fine di tutte le limitazioni legate alla pandemia. Andate dove volete, indossate una mascherina o no, fate come volete, ammassatevi nei bar, abbracciate le persone o starnutitegli addosso se vi va, al chiuso, all’aperto, ovunque, in qualsiasi momento.

Prendere appunti
Altri governi lo osservano, inorriditi ma affascinati. Sarebbe davvero interessante sapere quanti altri decessi sono necessari per ottenere l’“immunità di gregge” in una popolazione che è già stata pesantemente vaccinata. Ed ecco che arriva un tizio che è pronto a prendersi il rischio con la sua stessa popolazione. Osserviamo attentamente e prendiamo appunti.

La popolazione britannica fa da apripista in materia di vaccinazioni: l’88 per cento degli adulti ha ricevuto la prima dose e il 68 per cento le ha ricevute entrambe. Forse è già prossima all’immunità di gregge, che si riteneva generalmente intervenisse quando il 60 per cento circa della popolazione fosse stata vaccinata contro la versione originale del covid-19, ma potrebbe assestarsi intorno all’80 per cento o più per le varianti più recenti e infettive.

Johnson sta scommettendo con le vite delle persone, anche se non è chiaro se sia davvero conscio di questo rischio

O forse le ultime varianti sono così infettive che l’immunità di gregge è totalmente irraggiungibile (90 per cento o più) per qualsiasi programma di vaccinazione. Sarebbe bello saperlo, ma non al prezzo di diffondere morte e un covid lungo tra i nostri concittadini. Ed ecco che invece arriva quel simpaticone di Johnson, che è disposto a usare i cittadini britannici come cavia da laboratorio.
È plausibile immaginare che simili pensieri abbiano attraversato la mente dei leader francese, statunitense o coreano, ma è piuttosto improbabile che lo stesso sia accaduto a quella di Johnson. Non è un uomo attento ai dettagli, ed è più probabile che si sia semplicemente ritrovato in questa posizione a forza di disattenzione e pie illusioni.

Inizialmente, verso marzo o aprile, quando i vaccini si stavano diffondendo e le cose sembravano andare bene, aveva promesso che la “giornata della libertà”, quando sarebbero state eliminate tutte le restrizioni, sarebbe arrivata a metà giugno. Poi è apparsa la variante delta, che ha seminato lo scompiglio in India.

Questa ha suggerito due cose. La prima: che i viaggiatori in arrivo dall’India dovevano essere tenuti lontani dal Regno Unito o perlomeno sottoposti a quarantena al loro arrivo. La seconda: che forse quello non era il momento di coraggiosi esperimenti nel lasciare cadere le limitazioni legate alla pandemia. Ma l’uomo dai capelli biondi arruffati è andato avanti, perché aveva pianificato una visita al primo ministro indiano alla fine di aprile per negoziare il primo importante accordo commerciale dopo la Brexit.

Sarebbe stato difficile volare in India senza permettere agli indiani di volare verso il Regno Unito, e quindi ha lasciato le porte aperte per 17 giorni dopo aver vietato i viaggi dal Pakistan e dal Bangladesh (dove il tasso d’infezione era molto più basso). È per questo che quasi tutte le nuove infezioni da covid-19 nel Regno Unito sono riconducibili alla variante delta, più contagiosa di altre.

La natura degli esperimenti
A metà aprile Johnson ha chiuso le porte ai viaggiatori indiani e ha rinviato la “giornata della libertà” di un mese. Ma è poi rimasto tristemente fedele a quella data, nonostante avesse il terribile esempio dei Paesi Bassi davanti a sé, un paese che aveva messo fine a tutte le limitazioni a fine giugno, salvo poi reintrodurle la scorsa settimana, quando le infezioni erano ormai fuori controllo. E adesso la “giornata della libertà” è arrivata nel Regno Unito.

Il nuovo ministro della sanità britannico, Sajid Javid (che si è appena preso il covid-19), prevede spensieratamente che potrebbero esserci centomila nuove infezioni al giorno entro un paio di settimane. Tuttavia, a quanto dice, non c’è da preoccuparsi perché “la relazione tra infezioni e ricoveri o decessi è stata spezzata”.

Non è vero, sebbene tale relazione sia stata molto indebolita dagli alti livelli di vaccinazione nel Regno Unito. Nessun vaccino garantisce una totale immunità, e se le infezioni quotidiane raggiungessero o superassero le centomila, anche un tasso di ricovero ospedaliero di uno su mille può significare cento ricoveri al giorno. Johnson sta scommettendo con le vite delle persone, anche se non è chiaro se è davvero conscio di questo rischio.

D’altro canto, potrebbe anche cavarsela. La natura intima degli esperimenti sta nel non conoscere il risultato in anticipo e questo è un grande e importante esperimento. Se il livello di vaccinazione del Regno Unito permetterà davvero a un paese di aprirsi completamente, nonostante i peggiori effetti delle nuove varianti, sarà una buona notizia per tutti.

(Traduzione di Federico Ferrone)

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