Bill Shankly, il mitico allenatore del Liverpool degli anni sessanta e settanta, non era un uomo che parlava molto. Ma una sua frase è entrata nella storia dello sport. Come raccontava Shankly: “Una volta qualcuno mi disse che il calcio per me era una questione di vita o di morte, e io gli risposi: ‘In realtà è ancora più importante’”. Ma Shankly sbagliava. E le ultime settimane sono la prova di questo errore.

Il 17 marzo scorso il giocatore del Bolton Fabrice Muamba è crollato a terra al 41esimo minuto durante una partita del campionato inglese nello stadio del Tottenham, il White Hart Lane. Ha 23 anni. Il suo cuore ha cessato di battere per 78 minuti. Portato in ospedale (una struttura attrezzata e indicata da un medico, tifoso del Tottenham, che è corso in campo), i medici sono riusciti a salvargli vita. In pochi giorni si è svegliato dal coma. C’è perfino la possibilità che possa riprendere a giocare.

Il 14 aprile (meno di un mese dopo il malore di Muamba a Londra) Piermario Morosini, centrocampista del Livorno ed ex giocatore dell’Italia under 21, rimane per terra al 31esimo minuto della partita di serie B tra Pescara e Livorno. Anche lui ha avuto un arresto cardiaco, come Muamba. L’ambulanza è bloccata per qualche minuto da una macchina dei vigili in divieto di sosta. Portato in ospedale, Morosini muore alle 16.45. Tutte le partite in Italia sono state cancellate.

Due giovani giocatori, tutti e due con delle vite molte difficili (Muamba è figlio di un rifugiato politico, Morosini ha avuto delle vicende familiari tragiche) che crollano durante una partita di professionisti; due giovani atleti, bravi, che davano tutto in campo. Uno si è salvato quasi per miracolo, l’altro no. E il calcio si e fermato per loro. Perché è solo uno sport, un gioco, 22 uomini che corrono dietro una palla. Spesso, troppo spesso, i tifosi di calcio perdono il senso della misura. Diventano come matti, arrabbiati, violenti. Dopo una sconfitta non riescono a dormire. Protestano. Manifestano.

Ma tutta la storia del calcio non vale la vita di Piermario Morosini. Sì, Bill Shankly aveva proprio sbagliato, quella volta.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it