07 febbraio 2017 18:01

Cornuda, a un passo dal Piave, è un comune di seimila abitanti in provincia di Treviso. Al numero 3 di via Canapificio c’è la Tipoteca, fondata nel 1995 dal tipografo Silvio Antiga. La Tipoteca oggi è un museo, un archivio e una biblioteca, un luogo completamente dedicato alla tipografia.

Con l’arrivo del digitale, negli anni novanta, Antiga capì che era alle porte un nuovo modo di stampare e che presto il materiale tipografico sarebbe andato perso: caratteri, macchine da stampa, presse. Antiga voleva conservare e valorizzare quel materiale prezioso. Così spedì una lettera a tutti i tipografi italiani offrendosi di raccogliere il loro materiale nel caso in cui avessero dovuto interrompere l’attività.

Una sala della Tipoteca, Cornuda, dicembre 2016. (Pasquale Cavorsi)

Cominciò a raccogliere materiale in tutta Italia. In un viaggio che si concluse con l’apertura del museo al pubblico nel 2002, che negli anni si arricchisce sempre di più.

Il museo si sviluppa all’interno di un edificio storico della fine dell’ottocento che ospitava un canapificio. Sandro Berra, appassionato di libri e coordinatore del museo, ci guida attraverso una collezione di circa diecimila pezzi tra caratteri di legno, di piombo e di matrici di rame ripuliti dall’inchiostro e ordinati in decine e decine di cassetti.

Ricostruzione del telaio della prima pagina del Gazzettino del 9 settembre 1943, Tipoteca di Cornuda, dicembre 2016. (Pasquale Cavorsi)

Le monotype revisionate e funzionanti fanno da cornice a una parete di tastiere con caratteri specifici per libri di matematica o chimica. E poi torchi, presse e punzoni della fine del settecento. Un mondo muto che rivive nelle visite e nei workshop ospitati da Tipoteca e in tutti i musei della stampa europei raccolti nell’associazione Aepm.

Telaio per un poster alla Tipoteca di Cornuda, dicembre 2016. (Pasquale Cavorsi)

Le immagini che scorrono su alcuni monitor di come vengono messe in funzione le monotype sono emozionanti. Il fumo del piombo fuso viene su come da un’antica fornace. Il suono dei caratteri che si allineano ricorda i tempi andati di vecchie tipografie, come quella della La banda degli onesti, film del 1956 in cui Totò e Peppino provano a stampare e a spacciare banconote false.

Ma la bellezza e la poesia di quel piombo, di quel legno e di quelle macchine la racconta Silvio Soldini nel documentario del 2016 Il fiume ha sempre ragione. Il racconto lento e onirico di due artigiani del mondo della legatoria, del libro e delle parole che si incontrano nei loro piccoli capolavori stampati: Alberto Casiraghi, fondatore della casa editrice Pulcinoelefante, e Josef Weiss, tipografo svizzero. Un racconto fatto di caratteri mobili, di carta, colla e inchiostro. Un mondo lontanissimo dai computer che ha trovato il suo presente a Cornuda.

Punzoni in vari corpi, metallo inciso a mano, fine diciottesimo secolo. La foto è stata scattata nel dicembre 2016. (Pasquale Cavorsi)

Sandro Berra immagina che nel futuro della Tipoteca si possa continuare a stampare per editori che richiedono prodotti di alta qualità o a realizzare progetti di stampa finanziati da singoli utenti anche con il sostegno di sponsor privati.

La Tipoteca è viva, affascinante nella bellezza dei materiali antichi che custodisce. È un museo che celebra un lavoro che non c’è più e una scuola che prova a farlo conoscere e a insegnarlo. (Pasquale Cavorsi)

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