17 maggio 2012 00:00

1. Tarick 1 vs Magellano, Il patto di Varsavia

A Genova esiste un locale dedicato alla cucina dell’est con questo nome; ma Tarick1 alias Andrea Calcagno (della vicina Arenzano) è uno chef da club culture, e butta nel suo calderone avanzi di suoni retrò, ritmi, vinili e nonchalance dance. Come antipasto dell’album Hail to the kitchen, ecco una sventagliata di Balkan rap all’italiana che usa la Fiera dell’est di Angelo Branduardi come contenitore in cui riversare gulasch, vodka, cosacchi, maurorepetto, estonia e polonia, e quanto basta per fare (con buona pace del presidente) tormentone boom boom!

2. A Toys Orchestra, Celentano

Foto svogliata degli artisti, nome della band a macchina, tutti i titoli riportati sul fronte della cover e quella cornice bicolore psichestridula, fucsia e ciclamino. “An introduction to…”: una volta l’etichetta Rca faceva uscire così le antologie a prezzi stracciati di gente tipo Cocciante o i Dik Dik. Format espropriato ora da questi beniamini dell’indie italico (che cantano in inglese e fanno cose mainstream, tipo la tv con Fabio Volo o il concertone in San Giovanni) per un’antologia dei loro anni tra il 2008 e oggi; e pioviggina pop in eleganza. Yuppi du!

3. Norah Jones, Out on the road

Dieci anni dopo il botto di Come away with me, la figlia del maestro di sitar Ravi Shankar mostra una maturazione irrequieta in un album di chanson d’essai all’americana, Little broken hearts. Esito del sodalizio con Danger Mouse (alias Brian Burton alias metà Gnarls Barkley), l’ottimo producer dei Black Keys, con cui traffica da tempo in studio (e che l’aveva cooptata in Rome). Gesti e suoni da cinema sixties (la copertina come una locandina di Russ Meyer) servono buone canzoni confidenziali in bianco e nero con sottotitoli da abbracciarsi al buio.

Internazionale, numero 949, 18 maggio 2012

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