06 novembre 2014 12:26

1. Bianco & Levante, Corri corri
Bella coppia indie da running. Bianco è un torinese con la chitarra che se c’è lui ti dici che le cose non possono andare troppo storte, che varrà la pena ascoltare l’album in arrivo, Guardare per aria. Che la Levante va bene, è una freschezza nuova, e “sentirsi per un attimo importante” è un obiettivo minimo alla portata. Ecco, c’è una modica quantità di ottimismo e questi due ragazzi non sono dei fasulli, c’è una genuinità nell’aria da nipotini di Gianni Morandi; costretti a trovare il lato positivo in quest’epoca deprimente, ma capaci di farlo, di buon grado.

2. L’officina della camomilla, Biciclettapirata

Questi sono dei pedalanti, li senti ansimare con il loro folk-punk artigianale, tutti quei chitarrini distorti, questa energia sporca di grasso di catena e ballatine cupcake, questi manubri a baffo per girare dall’esselunga alle risaie della bassa, questa band mezza femmina dal nome più milanese ever (sembra una roba da Navigli o Isola di sera, quei posti con le tisane e le T-shirt vintage) che è capace di sbalorditive tenerezze, tipo il pane per i cigni o la meringa Lexotan, a completare il menu dell’album, Senontipiacefalostesso due.

3. Coves, Cast a shadow
Metti al posto della camomilla un tè e qualche factory vittoriana al posto di un’officina, e aggiungi la voce da gattamorta di Rebekah Wood e questo è un duo pop da mandare ad aprire i concerti di St. Vincent (e infatti a novembre sono pure a Roma e Milano) o da girare al reparto ragazze che amano i fumetti di Daniel Clowes o una serata tra amiche a Londra a base di psichedelia light e fashion-compatibile, tutte cose un po’ Catwoman, cose da uscire e vivere quel che promette il titolo perfetto del loro album: Soft friday. Un venerdì da micione.

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Questo articolo è stato pubblicato il 7 novembre 2014 a pagina 90 di Internazionale, con il titolo “Veni, mici, bici”. Compra questo numero | Abbonati

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