30 agosto 2022 10:00

Possiamo parlare di buone notizie nel bel mezzo di una guerra brutale come quella in corso in Ucraina? Sì, se si tratta di evitare una catastrofe nucleare. Per la prima volta nella storia un sito nucleare civile si trova al centro di un conflitto ad alta intensità.

La buona notizia è l’annuncio arrivato il 29 agosto della partenza della missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Gli esperti dell’Aiea, che riferisce i suoi rapporti alle Nazioni Unite e al Consiglio di sicurezza, sono in viaggio verso la centrale di Zaporižžja, in Ucraina, occupata dai russi dallo scorso mese di marzo e minacciata dal conflitto.

La presenza degli esperti dell’Aiea non significa che il destino della più grande centrale nucleare d’Europa sia al sicuro. Il rischio è concreto. Ma resta il fatto che fino a qualche giorno fa la missione non era scontata, e lo sblocco dimostra che c’è ancora spazio per la diplomazia, anche se i combattimenti vanno avanti, come nella città di Cherson, nel sud, al centro del tentativo di riconquista dell’esercito ucraino.

Controllo della sicurezza
Per sbloccare la situazione ognuno dei due fronti ha fatto importanti concessioni. Vladimir Putin, in occasione di una conversazione telefonica con il presidente francese Emmanuel Macron avvenuta il 19 agosto, ha accettato che la missione dell’Aiea si presentasse in Ucraina senza passare dalla Russia come chiedeva inizialmente Mosca. Per l’Ucraina è una questione di sovranità, nonché di principio.

L’Ucraina, invece, ha finalmente accettato la pretesa russa che gli esperti di due paesi, Stati Uniti e Regno Unito, fossero esclusi dalla missione, di cui faranno parte invece Francia, Italia e Lituania, stati della Nato, insieme a esponenti di altri paesi.

Un segno dell’importanza della missione è che sarà condotta dal direttore generale dell’Aiea, il diplomatico argentino Rafael Grossi

Un segno dell’importanza della missione è che sarà condotta dal direttore generale dell’Aiea, il diplomatico argentino Rafael Grossi. Questo conferisce all’iniziativa un peso politico enorme che avrà un suo impatto quando bisognerà trarre le conclusioni da questa visita, preparando il “dopo”, ovvero la possibilità di mettere in sicurezza la centrale nucleare a lungo termine.

La missione dell’Aiea consiste nell’ispezionare le strutture atomiche e fare una diagnosi sulla sicurezza. La settimana scorsa, dopo l’arresto della produzione di elettricità per qualche ora, sono emersi pesanti dubbi, mentre gli scambi di colpi di artiglieria hanno minacciato alcune strutture. Gli esperti hanno preteso di poter parlare con il personale ucraino della centrale, anche perché alcuni dipendenti hanno fatto sapere di lavorare in condizioni inaccettabili.

Ma cosa succederà dopo la visita? Putin ha semplicemente fatto una concessione per smorzare le critiche e si prepara a stringere la morsa del controllo? Il dubbio è legittimo. È possibile che il capo del Cremlino voglia indirizzare l’energia elettrica verso le zone russe laddove la centrale produce il 20 per cento dell’elettricità dell’Ucraina?

Oppure Putin accetterà la demilitarizzazione della centrale? Di sicuro il presidente russo chiederà concessioni. Ancora una volta ci domandiamo quali siano le intenzioni di Putin, che oggi spaventa il mondo con la minaccia dell’apocalisse nucleare.

Quanto meno, fino a quando l’Aiea sarà sul posto, dovrà essere rispettato un cessate il fuoco di fatto. Un sollievo per gli abitanti di questa regione che teme una nuova catastrofe, trentasei anni dopo il trauma di Černobyl.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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