14 luglio 2011 00:00

Nel mondo del sapere, il meglio che una ricerca possa desiderare è cedere il passo ad altre che la riprendano e la sviluppino a tal punto e con risultati tanto nuovi e importanti da farla cadere nell’oblio, materia solo per studi di erudizione (che, è vero, ogni tanto riservano qualche sorpresa: si scopre che la ricerca dimenticata aveva ancora qualcosa da dire).

Alle pionieristiche indagini promosse da Statistics Canada sui livelli di literacy e numeracy delle popolazioni adulte si è più volte accennato in queste note, ricordando a chi legge la sintesi più recente e vicina a interessi italiani, Letteratismo e abilità per la vita, a cura di Vittoria Gallina (scaricabile anche dal sito dell’Invalsi).

Quelle indagini hanno dato per molti paesi risultati certi e allarmanti sulla regressione di capacità e conoscenze che colpisce in età adulta strati consistenti di popolazione: chi da adulto non coltiva ciò che a scuola ha appreso rischia una regressione che può degenerare in quella vera e propria dealfabetizzazione da cui sono afflitti, in Italia più che altrove, milioni di persone.

Da alcuni anni l’Ocse ha deciso di mobilitarsi, ed entro il 2013 completerà in tutti i paesi aderenti e associati un progetto di raccolta e analisi di dati osservativi sui livelli di competenze alfanumeriche degli adulti in età di lavoro (15-65 anni), il Piaac, Programme for international assessment of adult competencies, affidato in Italia all’Isfol.

Internazionale, numero 906, 15 luglio 2011

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