01 agosto 2013 09:00

Con questo sottotitolo scherzoso, che allude ai propositi di innovazione educativa di Barack Obama e, insieme, al gran successo dei video didattici interattivi della Khan Academy, a fine giugno l’Economist ha pubblicato ben due articoli sulle novità che i massive open on­line courses (mooc) rappresentano per la scuola.

L’Economist è cauto. Esattamente cent’anni fa Thomas Edison aveva previsto che i film avrebbero sostituito i libri nelle scuole e che l’insegnamento sarebbe stato rivoluzionato. Non è accaduto. Quarant’anni fa è stata la volta dei profeti della Silicon valley: la tecnologia informatica doveva rivoluzionare uffici e scuole. Per gli uffici è (quasi) successo, ma per le scuole (quasi) no.

In tutti i paesi i sistemi scolastici sono strutture di alta complessità, mutano lentamente, non cambiano di colpo per una singola novità o per decreto. Però secondo l’Economist questa potrebbe essere la volta buona ed elenca i successi quantitativi e qualitativi dei mooc negli Stati Uniti. Potremmo aggiungere Iversity in Europa e altre buone esperienze in Italia. I mooc permettono di scegliere i migliori specialisti più capaci di chiarezza e brevità per produrre spezzoni di corsi collegabili ad altri e visibili a ogni ora dagli studenti. Liberano un grande spazio per una didattica interattiva in classe, adeguata alle diverse esigenze dei singoli. Ci vuole però la banda larga in tutte le scuole. Ci vuole un intervento pubblico pianificato. Obama lo sa e ha avviato un piano quinquennale. E Carrozza?

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