14 novembre 2013 09:00

La Colombia, il paese di Gabriel García Márquez, è devastata dalla guerriglia: centinaia di migliaia di civili uccisi o rapiti dall’esercito regolare. Ed è soffocata dalla miseria: trenta milioni di persone su quarantadue sono sotto la soglia di povertà, il 10 per cento dei bambini lavora.

Qui lavora anche Vicky Colbert senza perdere la speranza nella scuola. È una scuola

flipped, ribaltata, anche quella che lei ha costruito, propone e propugna dal 1975 attraverso la fondazione e rete di scuole Escuela nueva “Volvamos a la gente”. Fa parte dell’attività didattica corrente coinvolgere nelle letture gli adulti fuori e intorno alla scuola, chiamarli in classe e studiarne vita e testimonianze, mappare l’ambiente, le sue miserie e le potenzialità.

Gli alunni sono chiamati a riconoscere nelle piccole storie quelle grandi e ciò facendo ad apprendere lettura, lingua e lingue, calcolo, rispetto e interesse per le diversità, a costruire la biblioteca e gli strumenti necessari da lasciare poi ad altri, raccontando in un diario di scrittura collettiva le loro esperienze, l’affiorare di problemi, collaborando tra loro, i più bravi maestri dei meno, ciascuno col suo ritmo, accompagnati dagli insegnanti. La cosa funziona.

Alla rete colombiana si vanno aggregando altre scuole nuove latinoamericane e africane e Vicky è chiamata qua e là nel mondo a spiegare il suo lavoro, i suoi risultati. Il 29 ottobre il Wise (World innovation summit for education) le ha assegnato il premio 2013 per l’innovazione didattica.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it