08 settembre 2011 00:00

Alcune porte si aprono solo se si bisbiglia un cognome, una carica o il pedigree storico di qualcuno. Esistono lasciapassare che risolvono ogni problema, se in calce presentano una firma accompagnata da un’alta carica militare. Per decenni gli uomini scesi dalla Sierra Maestra si sono comportati come se fossero la fonte del diritto nella Cuba rivoluzionaria.

I familiari degli ex guerriglieri esibiscono il loro vincolo di sangue e si vantano di appartenere al loro stesso albero genealogico. Poter contare su un parente generale o tenente colonnello è utile per evitare la trafila burocratica ma anche per accorciare la pena carceraria, cancellare i precedenti penali e ottenere privilegi materiali. Da queste parti il nepotismo non sorprende nessuno. E così ai poveri sfortunati che non condividono il dna con gli históricos restano poche opportunità.

Le leggi della biologia stanno decapitando molti gruppi di potere. Qualche giorno fa la morte del ministro delle forze armate, Julio Casas Regueiro, ha confermato la fragilità di un governo che in media ha oltrepassato l’età del pensionamento. È difficile che passi un mese senza un necrologio nelle prime pagine dei giornali ufficiali.

Noi, intanto, continuiamo a chiederci se i legami di parentela resteranno un elemento fondamentale della politica del paese, e se i cognomi altisonanti di oggi lasceranno spazio ad altri o proveranno a tramandare il potere ai discendenti, continuando a considerarlo un affare di famiglia.

*Traduzione di Andrea Sparacino.

Internazionale, numero 914, 9 settembre 2011*

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