06 febbraio 2014 17:58

Sono una ragazza etero di 24 anni e ho perso la verginità da poco. Ho fatto sesso solo tre volte (non con lo stesso partner), e ogni volta mi ha fatto un male incredibile, anche quando lui usava solo le dita.

Prima mi era capitato che dei ragazzi mi toccassero sopra i jeans, e mi faceva male anche così. Ne ho parlato con il ginecologo e lui mi ha assicurato che laggiù è tutto normale.

Ci sto diventando matta, perché mi sembra di perdermi una parte importantissima della vita. So che forse è una questione psicologica, ma volevo sapere se l’unica cosa che posso fare è continuare a fare sesso finché non diventerà piacevole.

– Tight Twat

“Alcune donne durante i primi due o tre rapporti vaginali provano dolore, ma è anche vero che di solito non fa ‘un male incredibile’”, spiega la dottoressa Debby Herbenick, ricercatrice dell’Indiana University, educatrice specializzata in salute sessuale presso il Kinsey Institute e autrice di numerosi libri.

“Inoltre, è raro che una donna provi dolore quando vengono usate soltanto le dita (a meno che chi lo fa non sia molto brusco o abbia le unghie affilate), men che meno quando la accarezzano soltanto sopra i jeans”.

Perciò laggiù c’è qualcosa di strano, TT, e hai fatto bene a vedere un medico. “È un’ottima cosa che sia andata da un ginecologo poco tempo dopo aver iniziato a fare sesso”, dice Herbenick. “Molte donne sono troppo timide o ansiose, nonostante la visita dal ginecologo sia raccomandata a tutte le donne sessualmente attive. Purtroppo, molti medici non hanno la formazione adatta per diagnosticare i dolori vulvari, e a questo proposito esistono associazioni (come la National Vulvodynia Association) che lavorano per cambiare la situazione”.

Insomma, è ottimo che tu sia andata da un medico, ma ora dovrai vederne un altro, uno che si intenda un minimo di dolori vulvari. Herbenick ti consiglia di cercare qualcuno che “nella sua attività medica si occupi di vulva e di vagina a tempo pieno”, e per aiutarti a trovarlo esistono delle associazioni. “Può trovare una persona del genere attraverso la Nva o l’International society for the study of vulvovaginal disease”, dice Herbenick.

“Anche alla University of Iowa e alla University of Michigan ci sono ottimi istituti specializzati in salute vulvo-vaginale. Gli Stati Uniti sono molto indietro rispetto ad altri paesi nella creazione di cliniche di questo tipo, ma stiamo facendo progressi. Sogno che un giorno ogni grande città degli Stati Uniti ne avrà uno, e anche i posti più piccoli!”.

Per maggiori informazioni sui dolori vulvari e vaginali — e altri problemi legati alla salute sessuale e al piacere — procuratevi una copia dell’ultimo libro di Herbenick, Sex made easy: your awkward questions answered — For better, smarter, amazing sex. Potete anche seguirla su Twitter: @DebbyHerbenick.

Cinque anni fa, io e mia moglie abbiamo deciso di mettere in pratica la sua fantasia di farlo a tre con un altro uomo. Uno degli elementi della sua fantasia era che il terzo fosse un grande cazzo nero (GCN), perciò abbiamo messo un annuncio e abbiamo trovato un tipo molto in gamba con il quale da allora ci vediamo tre volte all’anno.

È simpatico e di mentalità aperta e ci troviamo così bene che adesso lo facciamo venire a casa, anziché incontrarlo in albergo. Insomma, di gente rispettosa e affidabile in giro ce n’è! Il problema per cui ti scrivo ce l’ho io. Dopo che lui ha eiaculato dentro mia moglie — tutti e tre facciamo gli esami e non abbiamo malattie sessualmente trasmissibili — a me piace leccargliela, e a lui piace guardarmi mentre gliela lecco, e a lei piace che le lecchi la sborra di lui dalla fica. Non è quello, il problema.

Il problema è quando GCN non c’è. A noi piace parlare dei nostri terzetti sporcaccioni, e tutti e due ci diciamo quanto sarebbe arrapante se io gliela leccassi dopo esserle venuto dentro. Purtroppo, però, dopo che mi sono scaricato, io di leccargliela non ho la minima voglia. È come se mi spostassero un interruttore nel cervello, e una cosa che non vedevo l’ora di fare di colpo mi fa ribrezzo. Quando lo facciamo a tre il problema non si pone perché lui viene sempre prima di me. Cos’ho che non va? C’è una soluzione?

– Can’t Really Eat All My Pecker’s Icky Emissions

Allora, questi terzetti che fate regolarmente con mister cazzone sono belli e fantasiosi. È stupendo, CREAMPIE, ma chi vi garantisce di essere davvero “a prova di malattie” quando lui lo vedete solo tre volte all’anno? A meno che per il resto dell’anno il vostro amico non faccia astinenza, o a meno che non vi facciate gli esami prima di ogni incontro, qualche rischio lo correte.

Definisci poi i vostri regolari terzetti come “rispettosi”, e anche questo è molto bello. Tutti quanti meritiamo di avere partner sessuali rispettosi. Lo meriti tu, lo merita tua moglie, e lo merita anche il vostro terzo fisso. Chiamarlo quindi GCN non è rispettoso. Lo priva della sua umanità. Ora, sul fatto che a farvi incontrare sia stato proprio il suo grosso cazzo nero non c’è dubbio, e va benissimo essere attratti dalle persone per via di determinati attributi fisici. Va anche bene sondare certe fantasie di tipo razziale, purché tutti siano d’accordo e nessuno si senta insultato o ridotto a oggetto.

Siccome però questo grosso cazzo nero è attaccato a un uomo simpatico e affidabile con cui vi piace passare il tempo (e poi pulire), non è che magari potreste chiamarlo FAN (fantastico amico nero) invece che GCN? Giusto per, come dire, mostrargli un filino di rispetto in quanto persona. Perché quello è.

Comunque sia, arriviamo al tuo problema: quando un uomo viene, il suo corpo produce un ormone chiamato prolattina. Agli uomini questo ormone fa venire sonno, gli fa sgonfiare l’erezione e li rende temporaneamente indifferenti e refrattari al sesso. Ecco perché una cosa che prima di venire ti sembra arrapante — leccare la tua sborra dalla fica di tua moglie — subito dopo essere venuto ti sembra molto meno attraente.

È un vicolo cieco, e non ci sono soluzioni.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it